Economia / Bergamo Città
Martedì 29 Luglio 2014
Produzione industriale a +2,8%
Ma l’occupazione resta al palo
Produzione industriale in crescita a Bergamo, ma con rischi di un rallentamento se si guarda all’intera regione: l’occupazione però non si rimette in moto . Nell’artigianato l’indice fatica a riemergere. Commercio al dettaglio a -2,2%, servizi in negativo (-2,4%), costruzioni a -3,9%.
Produzione industriale in crescita a Bergamo, ma con rischi di un rallentamento se si guarda all’intera regione: l’occupazione però non si rimette in moto .
Nell’artigianato manifatturiero, l’indice della produzione fatica a riemergere dal fondo: cresce nel trimestre (+1,1%) ma non nel confronto annuo (-0,6%).
Nel commercio al dettaglio il volume d’affari è ancora in calo in confronto a un anno fa (-2,2%). Nei servizi si torna a svoltare in negativo (-2,4%). Nelle costruzioni resta negativo (-3,9%) il volume d’affari.
È un quadro in chiaroscuro quello tracciato dalla Camera di Commercio per i settori di industria, artigianato, commercio, servizi e costruzioni in provincia di Bergamo nel secondo trimestre 2014.
La sintesi fatta dalla Camera di Commercio
Il ciclo della produzione industriale a Bergamo si conferma in crescita nel secondo trimestre dell’anno (+0,8% congiunturale, +2,8% su base annua). La ripresa è in corso per il quinto trimestre consecutivo, trainata quasi per intero dalle vendite sui mercati esteri che compensano il nuovo calo del fatturato interno.
Il risultato è ampiamente positivo ma non tale da scongiurare i rischi di un rallentamento che emerge se l’analisi si allarga all’intera regione Lombardia - in situazione di stallo congiunturale (+0,1% nel trimestre) e di decelerazione della crescita tendenziale (al +1,5% rispetto a variazioni superiori al 2% nei precedenti trimestri) – e a un contesto di incertezza degli scenari geopolitici, divergenza delle politiche monetarie internazionali e revisione al ribasso delle stime della crescita globale.
Per Bergamo qualche segno di fragilità si delinea sul versante degli ordinativi - non solo provenienti dal mercato interno, come nel dato medio regionale, ma anche dall’estero.
Non perdono colpi i comparti trainanti dell’industria provinciale (meccanica, chimica, gomma-plastica e in genere le produzioni specializzate e di beni intermedi) che procedono con tassi di variazione tendenziale sistematicamente più elevati della media regionale.
La ripresa della produzione industriale non ha ancora rimesso in moto l’occupazione che al netto della stagionalità si è ridotta anche nel secondo trimestre dell’anno contemporaneamente ad un più intenso utilizzo della Cassa integrazione.
Nell’artigianato manifatturiero, l’indice della produzione fatica a riemergere dal fondo: cresce nel trimestre (+1,1%) ma non nel confronto annuo (-0,6%); e il saldo tra variazioni positive e negative si riduce leggermente nel secondo trimestre. Il fatturato non aumenta e l’occupazione si riduce.
Nel commercio al dettaglio il volume d’affari è ancora in calo in confronto a un anno fa (-2,2%) con flessioni nel commercio alimentare tradizionale (-4,8%) e nel non alimentare (-3,5%). Nella grande distribuzione si registra rispetto ai trimestri precedenti un relativo miglioramento (-0,3%). I dati a consuntivo delle vendite in valore dei prodotti di largo consumo indicano una crescita significativa per ipermercati e supermercati.
Il giro d’affari delle imprese dei servizi torna a svoltare in negativo (-2,4%) dopo il miglioramento che si era manifestato nei precedenti trimestri (e che è tuttora osservabile nel più attendibile dato regionale), con un brusco peggioramento anche del saldo tra imprese in crescita e imprese in fase negativa. Le vendite su base annua sono in calo nel commercio all’ingrosso (-0,5%), negli alberghi e ristoranti (-1,5%), nei servizi alle persone (-1,5%) e nei servizi alle imprese (-3,3%).
Nelle costruzioni resta negativo (-3,9%) il volume d’affari ma la tendenza è in relativo, ancora incerto miglioramento.
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