Il presidio all’Italcementi - Foto e video
I sindacati: posti di lavoro da salvare

Circa 250 lavoratori della sede Italcementi di via Madonna della Neve, del Centro Tecnico di Gruppo, di Calcestruzzi spa e di Italsfusi srl hanno manifestato venerdì mattina 30 ottobre davanti alla sede dell’azienda per mantenere alta l’attenzione sull’operazione che ha condotto Italcementi in mani tedesche e sulle ripercussioni a livello occupazionale.

Allo sciopero di otto ore avrebbe partecipato il 90% dei lavoratori secondo i sindacati Via Madonna della Neve è stata chiusa al traffico nel tratto più vicino alla sede dell’azienda, anche se naturalmente è stato concesso il passaggio ai residenti. Qualche problema al traffico, ma non ci sono state code. Il presidio è stata controllato dalle forze dell’ordine, anche se i toni si sono rivelati molto civili. Tante bandiere dei sindacati e un grosso punto interrogativo disegnato in strada con dei fogli, un «Venduti» scritto su un pezzo di legno e due fumogeni accesi. Presente anche un banchetto di birra solidale di una dipendente dell’Italcementi. Alle 12 il presidio si è sciolto.

La segreteria Cisl di Bergamo esprime la propria grande soddisfazione per «il risultato e la grande adesione allo sciopero di questa mattina dei lavoratori Italcementi, che ha smentito anche quanti avevano scommesso sulla scarsa partecipazione degli impiegati di via Camozzi». Per il segretario Ferdinando Piccinini, è «un segnale dato alla azienda e al territorio della volontà comune di mantenere Bergamo come uno dei punti di riferimento del gruppo. Rilanciamo anche il nostro invito alla politica e ai rappresentanti del territorio a proseguire con la forte coesione dimostrata in queste settimane, con l’impegno che ha portato all’apertura di dialogo con il governo. Dobbiamo cercare tutti di tenere alta l’attenzione».

A Bergamo lavorano circa 680 persone, a cui si sommano le 150 della cementeria di Calusco d’Adda. Il segretario generale della Cgil, Luigi Bresciani ha riassunto le varie fasi della vicenda. Ecco il succo delle sue parole: «L’unità dei lavoratori è una grande risorsa per raggiungere l’obiettivo della salvaguardia dei posti di lavoro. Da Pesenti ci aspettiamo che dica finalmente qualcosa e non tanto cosa farà da finanziere, ma se abbia intenzione di continuare a fare l’imprenditore. Se come socio di HeidelbergCement farà sentire il suo peso a favore delle realtà produttive amministrative e della ricerca presenti in Italia». Con lui hanno parlato al presidio Danilo Mazzola della Filca-Cisl provinciale e Giuseppe Mancin per Feneal-Uil regionale, inoltre ci sono stati interventi di lavoratori e delegati della sede, di Rezzato, del Ctg e di Calusco, che hanno esposto la difficile situazione che stanno vivendo. Il presidio si è sciolto verso mezzogiorno.

«Lo sciopero dell’Italcementi ha registrato un’adesione quasi totale. È il segno della preoccupazione e della consapevolezza con cui i lavoratori e le lavoratrici stanno vivendo questa difficile fase. È importante che le istituzioni nazionali e locali continuino a stare al loro fianco ed è per questo morivo che ho partecipato al presidio portando la solidarietà e l’attenzione dei parlamentari del Pd» commenta il parlamentare Pd Antonio Misiani. «Nelle scorse settimane abbiamo sollecitato l’intervento dei ministri del lavoro e dello sviluppo economico. L’incontro della ministra Guidi con l’amministratore delegato di Heidelberg Cement è stato un primo risultato positivo. Continueremo su questa strada, con l’obiettivo di salvaguardare le prospettive industriali e occupazionali di Italcementi» .

«Ribadiamo che la libertà di opinione, garantita dalla costituzione e dal Contratto nazionale del lavoro del cemento, non deve essere mai messa in discussione. La risoluzione dei problemi non passa dal mettere in discussioni i diritti fondamentali della nostra democrazia ma dal confronto, anche aspro, a livello sindacale» hanno rimarcato alla vigilia i sindacati.

Lunedì 2 novembre è in programma un incontro al ministero dello Sviluppo economico dove si confronteranno sindacati e azienda.

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