Più costi ma meno acquisti
In calo la qualità delle scelte

Nel 2007 secondo i dati dell’indagine sui consumi condotta dall’Istat, la spesa media mensile per famiglia è pari, in valori correnti, a 2.480 euro, 19 euro in più rispetto all’anno precedente (+0,8%). La variazione mette in evidenza come a un aumento della spesa media mensile per consumi in termini nominali corrisponda una flessione in termini reali. Nel 2007, la spesa per generi alimentari e bevande si attesta sullo stesso livello dell’anno precedente ed è pari a 466 euro (467 nel 2006). In molti casi si tratta dell’effetto dovuto alle strategie di risparmio messe in atto dalle famiglie: la quota di famiglie che ha dichiarato di aver limitato l’acquisto o scelto prodotti di qualità inferiore rispetto all’anno precedente è sempre superiore al 30%; in particolare si attesta al 33,2% per il pane, al 38,5% per la pasta, al 45,3% per la carne, al 47,4% per il pesce e al 43,2% per la frutta.Le spese familiari per generi non alimentari passano, tra il 2006 e il 2007, da 1.994 a 2.014 euro mensili; in aumento le spese per abitazione e sanità.Nel Nord la spesa media mensile delle famiglie, pari a 2.796 euro, è dello 0,4% superiore a quella del 2006, nel Centro si attesta sui 2.539 euro (+1,8%) e nel Mezzogiorno raggiunge i 1.969 euro (+0,9%).Nel Nord la spesa media familiare per i generi alimentari risulta di 449 euro mensili (461 nel 2006), anche a seguito delle strategie di risparmio attuate dalle famiglie: la percentuale di quelle che dichiarano di aver limitato l’acquisto o scelto prodotti di qualità inferiore varia dal 30% nel caso del pane al 39% per carne e pesce.La spesa per beni e servizi non alimentari è pari a 2.347 euro (2.326 l’anno precedente); gli incrementi sono evidenti per le spese legate all’abitazione, ai servizi sanitari e alla salute, meno marcati per le comunicazioni. La spesa per combustibili ed energia mostra una diminuzione significativa, anche a seguito del clima insolitamente mite che ha caratterizzato l’inverno del 2007; in calo la spesa per istruzione e quella per altri beni e servizi (viaggi e vacanze, assicurazioni, pasti e consumazioni fuori casa, onorari professionisti). Aumenta, rispetto allo scorso anno, la percentuale di famiglie che acquistano generi alimentari (pane, pasta, carne, pesce, frutta) presso gli hard-discount (dall’8,6% al 9,7%). Il supermercato rimane il luogo di acquisto prevalente (67,8%), soprattutto nel centro-nord (circa il 73%), immediatamente seguito dal negozio tradizionale (64,7%) in particolare nel Mezzogiorno (76,9%) e per l’acquisto di pane (54,6%). Al mercato si reca circa il 20% delle famiglie del centro-nord contro il 31,4% delle meridionali.Rispetto al 2006, l’unica quota di spesa totale che risulta stabile è quella che le famiglie destinano ai trasporti. Diminuiscono le quote di spesa per abbigliamento e calzature (in diminuzione soprattutto abbigliamento e calzature per donna), anche a seguito della contrazione del numero di famiglie che effettua questo tipo di acquisto e del fatto che ben il 60% delle famiglie dichiara di averne limitato l’acquisto o scelto prodotti di qualità inferiore rispetto al 2006.  In calo anche la quota di spesa per combustibili ed energia (diminuisce la spesa per gas da rete, combustibili liquidi e riscaldamento centralizzato), per arredamenti, elettrodomestici e servizi per la casa (anche a causa della minore percentuale di famiglie che acquista oggetti di arredamento o che spende per assistenza a disabili e anziani).Più contenuta, rispetto al 2006, la quota di spesa per comunicazioni (diminuiscono le spese per bollette telefoniche e per servizi postali), tempo libero e cultura (si riduce la percentuale di famiglie che acquista giornali, riviste, libri non scolastici, CD, dischi e che spende per lo sviluppo e la stampa di pellicole fotografiche). Decisamente in calo, infine, la quota di spesa destinata ad altri beni e servizi - anche a seguito della diminuzione del numero di famiglie che sostengono spesa per vacanza e assicurazioni vita - nonostante aumenti la percentuale di famiglie che spendono per un’assicurazione sanitaria.In aumento, infine, la quota di spesa totale destinata ai tabacchi (nonostante sia diminuito il numero di famiglie che li acquista), alla sanità (a seguito dell’aumento della spesa e del numero di famiglie che spende per medicinali, visite mediche, dentista, analisi cliniche e accertamenti diagnostici) e all’abitazione (cresce il valore del fitto figurativo).Guarda il rapporto completo(08/07/2008)

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