Piccinini, sì al Job Act con rilancio:
ripartire gli orari per lavorare tutti

Avviare un confronto vero e veloce, perché è sotto gli occhi di tutti la necessità di ridare un futuro al Paese anche dal punto di vista del lavoro. Ferdinando Piccinini, segretario provinciale della Cisl di Bergamo, guarda con interesse al «Job act» di Renzi.

Avviare un confronto vero e concreto, ma soprattutto aperto e veloce, perché è sotto gli occhi di tutti la necessità di ridare un futuro al Paese anche dal punto di vista del lavoro.

Ferdinando Piccinini, segretario provinciale della Cisl di Bergamo, guarda con interesse al tema lavoro che, con il «Job act» annunciato dal segretario del Pd Matteo Renzi, pare essere tornato al centro dell’agenda del governo e, più in generale, della politica.

«Un rilancio di questi temi che, per forza di cose, deve passare anche dal territorio. Anche attraverso le sperimentazioni che possiamo e dobbiamo fare: progettare prima e realizzare poi con coraggio. Da parte di tutti. Parti sociali, ovviamente, in primis».

In altri termini, vanno bene le politiche generali, ma poi i problemi li viviamo giorno per giorno nelle nostre realtà territoriali.

E le emergenze, come si sa, sono molte.

«Partiamo dal fatto che questo”Job act” di Renzi a me, per il momento (peraltro abbiamo solo i titoli, vedremo come sarà declinato nel concreto), sembra positivo. Per la prima volta si mette insieme non solo la volontà di intervenire sulle regole - sulle quali, ricordo, abbiamo già dato esempio di ampie discussioni e grandi scontri ideologici ma, alla fine, poca concretezza - ma anche una seria riflessione su come creare nuovo lavoro, incentivare gli investimenti e la competitività. Elementi, questi, su cui si può creare, poi, il lavoro».

Ok, ma da dove partiamo?

«Dalla concretezza del confronto perché non è più tempi di rituali. A livello di temi, per esempio, cerchiamo di coniugare risposte concrete al bisogno occupazionale con la richiesta pressante di flessibilità delle aziende: parliamo, per esempio, di gestione degli orari finalizzandola all’allargamento della base degli occupati».

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