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Economia
Martedì 18 Novembre 2014
«Per i metalmeccanici
fine anno di lacrime e sangue»
La denuncia della Fiom. Aumenta ancora l’utilizzo della cassa integrazione nel mese di ottobre in Lombardia nel comparto metalmeccanico. I dati parlano di una crescita generalizzata in tutti i comprensori del ricorso a questo ammortizzatore sociale nelle medie e grandi aziende della regione.
Ad ottobre le ore di cassa integrazione sono state in totale 28.531.093, contro le 10.908.511 dello stesso mese del 2013, con un’impennata del 161,55% (considerevoli i rialzi sia a livello diimpiegati che di operai). Significativi i picchi anche per quel che concerne le tipologie di intervento, con una vera e propria esplosione della cassa in deroga aumentata del 243%. Si dimezza il ricorso alla cassa integrazione ordinaria (vanno in netta controtendenza Cremona e Mantova), mentre fa registrare il segno più quella straordinaria (boom a Varese e crescita significativa a Milano), che sale del 18%. Tra i distretti maggiormente «colpiti» dall’escalation della cassa in deroga troviamo invece Lodi, Milano e Pavia.
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Considerando il dato anno su anno si assiste a una variazione minima delle ore di cassa integrazione, che si mantiene pressappoco stazionaria. Analizzando le tipologie di intervento, c’è un balzo della cassa integrazione straordinaria, che si attesta al 33%, mentre una diminuzione che sfiora il 32% della cassa ordinaria e quasi del 5% di quella in deroga. Tra le cifre più significative c’è il +598% di cassa integrazione straordinaria nel mantovano.
«Purtroppo si va verso una fine dell’anno ancora lacrime e sangue per i lavoratori», sostiene Mirco Rota, segretario generale della Fiom Cgil Lombardia. «Questi dati - continua Rota - sono rivelatori di un profondo disagio nell’ambito metalmeccanico e confermano che chi parla di soluzione della crisi non è in connessione con quello che accade realmente nel mondo del lavoro. Ogni posto di lavoro perso in questo periodo non si recupera più, pertanto occorre fare fatti, non proclami».
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«Senza massicci investimenti pubblici e privati da parte degli imprenditori - conclude il segretario del sindacato delle tute blu - non si supera questa fase drammatica. Inoltre, destinare qualche spicciolo agli ammortizzatori sociali, come sta facendo il Governo non risolve nulla, c’è la necessità di trovare ulteriori risorse e di promuovere politiche di innovazione e di sviluppo per concorrere sui mercati».
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