Economia / Bergamo Città
Lunedì 12 Marzo 2007
Pensioni, si alza il grido dei sindacati «Il governo ci deve convocare subito»
Sul tema delle pensioni occorre aprire immediatamente un confronto fra sindacati e governo. E’ quanto auspicano i segretari di Cgil, Cisl e Uil intervenuti all’assemblea unitaria svoltasi alla Fiera di Bergamo. «La classe dirigente italiana si sta perdendo in chiacchiere, parlando di temi etici e internazionali - ha detto il segretario della Cisl, Raffaele Bonanni -. I tempi dell’inizio del confronto si devono accorciare. Noi abbiamo delle proposte da fare, uniti come mai, anche sul secondo livello di contrattazione, che serve a rafforzare la produttività del nostro sistema. Il governo ci convochi per discutere di come ognuno possa dare una mano per la ripresa economica». «La gente comune – ha aggiunto Bonanni - vuol sapere come fare a pagare la spesa, come mandare i figli a scuola, come va in ospedale, quali saranno le loro pensioni e quale la loro occupazione. C’è uno scollamento pericoloso, perchè la classe dirigente non parla il linguaggio della gente».
Il segretario della Cisl ha quindi ribadito di non essere d’accordo sul taglio dei coefficienti relativi alle pensioni: «Non siamo d’accordo perchè i giovani sarebbero quelli che pagano di più». Bonanni ha spiegato di non ritenere che l’età pensionabile vada in prospettiva ridotta: «Perchè le attese di vita sono sempre più lunghe. Entriamo nel mondo del lavoro sempre più tardi, quindi gioco forza restiamo più a lungo nel lavoro per avere 40 anni di contribuzione e una pensione decente. Il problema è la percentuale reale rispetto all’ultimo stipendio non si può quindi andare in pensione con il 40% dell’ultimo stipendio». Anche il segretario della Cgil, Guglielmo Epifani, si è detto preoccupato sul tema delle pensioni. «Se non si fa nulla ci teniamo lo scalone e i tempi non sono infiniti. C’è bisogno di sedersi intorno a un tavolo e fare una vera trattativa, il governo dica il suo punto di vista, noi ci presenteremo con le nostre opinioni. Bisogna affrontare alcune questioni che stanno a cuore al mondo del lavoro e agli anziani come sostenere la crescita, come riformare la pubblica amministrazione, come sostenere i redditi, sia i salari dei lavoratori, sia alle pensione, e come affrontare il tema della previdenza, facendo le cose per bene e non creando gli allarmi, nè determinando problemi per le persone».
Quanto all’età pensionabile «bisogna abbassarla - ha detto Epifani ricordando quanto previsto dal cosiddetto scalone -, perchè come è noto il gradone la innalza e quindi bisogna fare questa operazione, si è alzato troppo e male». Posizione sostanzialmente identica quella del segretario della Uil Luigi Angeletti: «Il governo ci deve convocare per discutere il documento sulla crescita». Sulle pensioni, ha ricordato, «la proposta più realistica ed efficace è quella di incentivare le persone a restare al lavoro lasciando però liberi di scegliere se restare al lavoro o andare in pensione una volta maturati i requisiti. Questo sistema funziona. La questione dello scalone è semplice: va abolito».(12/03/2007)
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