Gli investimenti nel Centro-Sud non sono una novità per la bergamasca Otefal, leader in Italia nell’alluminio preverniciato. L’insediamento produttivo in Abruzzo risale a vent’anni fa, e oggi - per dirla con il direttore generale Guido Pozzoli (lo è dal 1° gennaio scorso) - «rappresenta il "corpo" di un gruppo da 210 milioni di euro». La «testa» è a Grassobbio, sede della fabbrica specializzata nei processi di verniciatura «in continuo» in alluminio. Nei giorni scorsi il «corpo» si è allungato in Sardegna, con l’«operazione salvataggio» nei confronti della Ila (Industria laminazione alluminio): 190 posti di lavoro in Sardegna sono salvaguardati grazie all’intervento della società bergamasca che ha siglato un contratto di affitto (per 6,2 milioni di euro) per due anni con rinnovo per altri due anni che prelude a un successivo acquisto definitivo della società cagliaritana, con una capacità produttiva di 20 mila tonnellate all’anno di laminati d’alluminio.
Facile, a questo punto, il confronto al contrario con la bergamasca Legler, i cui posti di lavoro sono messi a rischio dalla politica della Regione Sardegna.
Ovviamente Guido Pozzoli non è in grado di entrare nel merito della vicenda Legler che gli è del tutto estranea, ma può dire la sua sulla linea adottata dalla società bergamasca: «Otefal già vent’anni fa ha investito nel Centro-Sud, realizzando lo stabilimento di Bazzano, in provincia dell’Aquila. Abbiamo approfittato dei finanziamenti concessi ma siamo rimasti in loco potenziando le capacità di crescita e di lavoro sul territorio. E così abbiamo intenzione di fare in Sardegna con la Ila di Portoscuso: un’operazione che permetterà a noi di consolidare le nostre posizioni sul mercato e nel contempo di rispondere ai bisogni occupazionali di quelle aree. In fondo, è da sempre un po’ la mentalità del Nord quella di andare a investire nel Centro-Sud e a rilanciare aziende in crisi, mentre è più difficile che accada il contrario».
Il gruppo Otefal è impegnato da 40 anni nel settore delle finiture superficiali dell’alluminio. In particolare, dopo una lunga esperienza nell’ossidazione anodica e nella verniciatura di profili, è stato il primo gruppo al mondo a sviluppare un processo di verniciatura «in continuo» per la produzione di laminati di alluminio preverniciati con vernici in polvere.
La Otefal è stata fondata nel 1967 da Guido Pozzoli, nonno dell’attuale direttore generale (che di anni ne ha 35). La sede non si è mai spostata da Grassobbio. È partita come minuscola aziendina con 4-5 dipendenti; all’epoca si occupava dei trattamenti superficiali dell’alluminio per i serramenti. Il timone è presto passato ai figli Luigi e Antonio. Luigi, padre di Guido, è oggi presidente della Otefal. Antonio è rimasto in società fino al 1999, quando è avvenuta una scissione: da una parte le divisioni verniciatura e ingegneria, dall’altra la produzione di vernici. Il primo spezzone è quello che prosegue oggi nella Otefal. E dal ’99 l’azienda ha fatto notevoli passi avanti in termini di fatturato, dimensioni, export e dipendenti: «Oggi - spiega Guido Pozzoli - il gruppo, anche per effetto dell’incorporazione della sarda Ila, arriva a 210 milioni di euro di fatturato, cinque volte tanto i ricavi del 1999. E anche i dipendenti sono saliti da 100 a 300 e anzi, comprendendo i 190 della Ila, a quasi 500». Le esportazioni rappresentano il 55% dei ricavi e raggiungono vari Paesi del mondo anche se il grosso è rappresentato dall’Europa.
In Francia l’azienda bergamasca ha ora due stabilimenti: a Froges (specializzato nella laminazione sottile) sito produttivo che la Ila ha rilevato l’anno scorso dalla multinazionale Alcan; e a Saint Chamond, vicino a Lione, avviato nel 2002 e con una capacità produttiva di 8.500 tonnellate di prodotto verniciato.
«Siamo stati tra i primi al mondo - racconta il general manager della Otefal - ad investire nel processo produttivo della verniciatura "in continuo" a polvere di nastri di alluminio e abbiamo creato impianti e tecnologia di nostra concezione, con il marchio Mirawall». Per alcuni anni la Otefal ha detenuto una sorta di monopolio in questo campo, tra l’altro in competizione non con altre aziende familiari ma con veri e propri colossi multinazionali. Quindi, in seguito all’ampliarsi dell’attività dei concorrenti, l’azienda di Grassobbio ha deciso di investire anche nella verniciatura a liquido.
La Otefal non nasconde un certo orgoglio per aver partecipato a importanti progetti: ad esempio, ha fornito l’alluminio per i rivestimenti della «galleria del vento» (misura gli effetti del vento sulle auto) della Ferrari progettata da Renzo Piano e per quelli delle torri Snam di San Donato Milanese disegnate da Kenzo Tange.
Gli impianti di verniciatura della Otefal sono oggi tre: due a Bazzano più quello francese. Nel 2005 l’azienda ha investito 30 milioni di euro per la fonderia di alluminio Ala (Abruzzo laminazioni alluminio). Questo per avere la disponibilità della materia prima, destinata principalmente alle produzioni Otefal. «Siamo tornati a produrre autonomamente vernici per superare la dipendenza dai fornitori», dice ancora Pozzoli. Oggi la potenzialità produttiva annua della Otefal è costituita da 50 mila tonnellate di alluminio grezzo e da altre 50 mila di alluminio preverniciato.(20/02/2007)
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