«Nessuno ha voluto salvare l’Ismes»

«Nessuno ha volutosalvare l’Ismes»L’azienda passerà a Cesi e i lavoratori accusano: dai politici solo promesse, siamo all’inizio della fine. Critiche anche al mondo degli imprenditori: qualcuno poteva muoversi per tentare il rilancio

Siamo all’inizio della fine dell’Ismes. O meglio, la fine della Ismes di Seriate è ormai segnata». È questo il leitmotiv che ha contraddistinto ieri l’assemblea di fabbrica all’Enel.NewHydro srl, convocata dai sindacati confederali per un confronto diretto con i lavoratori dopo l’incontro a Roma di venerdì scorso nel quale Enel ha ufficializzato il futuro passaggio di Ismes al Cesi Spa – Centro elettrotecnico sperimentale italiano Giacinto Motta di Milano. Un’assemblea durante la quale è emerso tutto il rammarico e la delusione per come si sono messe le cose, e nel quale non si è mancato di esprimere la contrarietà riguardo il come sia stata vissuta e gestita l’intera partita a livello strategico di gruppo istituzionale e territoriale.«Questa è una società che nessuno, né l’Enel, né il Governo e neppure le autorità locali, ha voluto salvare: siamo giunti all’inizio della fine di una prestigiosa azienda bergamasca» ha concluso ieri mattina Fabio Nava, segretario provinciale di Flaei-Cisl, all’assemblea organizzata in fabbrica dai sindacati dopo il vertice capitolino di venerdì.

Sì perché nel corso di questa lunga e sofferta vicenda, giunta forse solo ora alla svolta definitiva – grazie alla disponibilità di Cesi a prendere con sé 90 lavoratori e le attività storiche di Ismes (sicurezza e ingegneristica strutturale, valutazione rischi ambientali e naturali, più una piccola parte del commerciale) e la soluzione di ricollocare i rimanenti (circa una settantina di persone) in Enel Distribuzione e 5 addetti in Enel Produzione (con sedi a Bergamo e provincia) -, rimane comunque la profonda amarezza delle tante, troppe parole spese e delle mille promesse avanzate a riguardo in fase di campagna elettorale e poi svanite nel nulla, nel dimenticatoio più assoluto. «Se i parlamentari e i nostri rappresentanti regionali e provinciali hanno battuto un colpo, sinceramente noi non l’abbiamo sentito» hanno polemizzato a gran voce ieri mattina i lavoratori Ismes.

E il dito viene puntato anche contro l’imprenditoria, quella bergamasca in primis, colpevole di non aver mosso un dito nei confronti di 180 lavoratori e di una gloriosa azienda che nella sua storia tanto ha avuto da dire, forte della fama conquistata a livello mondiale. «Come se non bastasse – aggiunge Allieri – riteniamo inaccettabile il fatto che per un’azienda così importante sul fronte della ricerca, una volta privata delle commesse Enel, nessuno abbia mosso un dito, manifestando la propria disponibilità a ritentarne il rilancio». E il rammarico riguarda anche la stessa Enel, che «sta perdendo – dice il sindacato - il suo ruolo di società industriale, divenendo sempre più una finanziaria».

«Quella in corso – concludono Nava e Allieri – è una vertenza lunga, ma che almeno riesce a garantire l’occupazione. Ora il sindacato attende la presentazione, prevista per inizio settembre, del piano industriale Ismes da parte di Cesi (è una società partecipata dalla stessa Enel ed è leader nel mercato delle prove e certificazioni di apparati elettromeccanici e delle consulenze sui sistemi elettrici), al fine di valutare se regge la nuova collocazione o se è solo un parcheggio in attesa di un’eventuale ulteriore chiusura». Contestualmente saranno prese in esame anche i problemi relativi alle possibili sovrapposizioni tra le attività Ismes e quelle Cesi, nonché la garanzia circa il mantenimento dell’attività nel polo di Seriate.

Le organizzazioni sindacali di categoria bergamasche, inoltre, rimangono in attesa di valutare la fattibilità del ricollocamento del personale in eccedenza, dal momento che fino a poco tempo fa Enel Distribuzione dichiarava di non avere bisogno di rinforzi. «Sinceramente – sottolinea Allieri – rimangono molti punti interrogativi a riguardo: se questa operazione andrà a buon fine, infatti, lo staff della struttura verrebbe potenziata del 50%». A questo punto non resta che aspettare il prossimo incontro nazionale, in programma a Roma per il 30 agosto prossimo, quando verranno fissati i paletti dell’intera operazione.

(10/08/2004)

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