Economia / Isola e Valle San Martino
Mercoledì 20 Luglio 2016
Nessun numero o tedesco all’orizzonte
Italcementi, vertice flop. Resta l’incertezza
Nessun numero e nemmeno un tedesco all’orizzonte. Tanto che tra i sindacati - Feneal-Uil, Filca-Cisl e Fillea-Cgil di Bergamo - c’è chi parla apertamente di «delusione» rispetto all’incontro di martedì 19 luglio con il management di Italcementi e chi invece si limita a dire che «si aspettava qualcosa di più».
Perché l’auspicio delle tre sigle sindacali (loro la richiesta di fare il punto della situazione con l’azienda) era ricevere un quadro dettagliato sul «perimetro Italia». Vale a dire su quanti dipendenti saranno mantenuti nella sede di via Camozzi, in cui HeidelbergCement (che dal 10 luglio è proprietaria del gruppo bergamasco) ad aprile ha dichiarato 400 esuberi su un totale di 630 dipendenti.
Ridefinita la struttura organizzativa generale di Italcementi (a far data dal 18 luglio) con i rispettivi responsabili di funzione e servizio, l’attesa ora è per quanti tra colletti bianchi e tecnici faranno parte di questa nuova struttura. L’azienda si sarebbe impegnata a fornire il quadro richiesto entro le prossime due settimane, probabilmente in un incontro ad hoc con le Rsu del quartier generale di Bergamo. Dopo quello di ieri in Federmaco a Roma, al momento il prossimo faccia a faccia tra le parti è in programma il 22 settembre, sempre nella Capitale.
Ma da qui a fine mese potrebbe essere inserito in calendario anche un incontro sulla cementeria di Calusco d’Adda. Cementeria in cui l’azienda ha comunicato un primo fermo di un mese circa - da fine agosto a fine settembre - e un secondo fermo da fine novembre al 6 gennaio (in questo caso per la manutenzione dell’impianto). Su questo punto ieri l’azienda si sarebbe limitata a parlare di una decisione dovuta a un calo delle vendite di cemento, in particolare nel Nord Ovest.
La preoccupazione, stando ai tre sindacati, è che «la vertenza Italcementi rischia di produrre, nel giro di qualche mese, 300 esuberi nella sede centrale e circa 250 nei siti produttivi (per questi ultimi è stato firmato un accordo di Cigs a dicembre 2015, ndr)».
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