Economia / Bergamo Città
Lunedì 16 Febbraio 2015
Mutuo per la casa, il mercato riparte
La carica degli under 35: sono il 40%
I segnali di ripartenza sul mercato del credito sono sempre più evidenti. Per il terzo trimestre consecutivo l’andamento delle erogazioni fa registrare un segno positivo, questa volta con variazioni a due cifre, confermando e accentuando la tendenza al miglioramento iniziata l’anno scorso. L’analisi del Gruppo Tecnocasa.
Questo trend è suffragato anche dalle performance positive riscontrate mensilmente, che vedono incrementi a due cifre a partire da marzo e superiori al 30% da settembre 2014. Le prime avvisaglie di miglioramento si erano viste già dalla seconda metà del 2013, quando la contrazione dei volumi aveva cominciato a rallentare, ma è dall’inizio del 2014 che si riscontrano le prime note di ottimismo. La domanda di mutui da parte delle famiglie è in crescita da luglio 2013 e la Banca Centrale Europea sta operando ormai da tempo per sostenere le erogazioni di finanziamenti sia alle famiglie sia alle imprese. Il settore, spiega Tecnocasa, però rimane condizionato dalla situazione economica e finanziaria del nostro Paese, sarà perciò determinante l’andamento del mercato del lavoro e, di conseguenza, il clima di fiducia delle famiglie.
L’offerta bancaria è in miglioramento, si registrano infatti riduzioni degli spread sui mutui destinati alla prima abitazione e con bassa percentuale di intervento sul valore dell’immobile. Le politiche di erogazione rimangono prudenziali; la qualità del portafoglio degli istituti è un fattore determinate che condiziona le scelte di erogazione.
L’analisi del mutuatario elaborata dal Gruppo Tecnocasa verte sul secondo semestre del 2014 e prende in esame parametri quali finalità dell’operazione, tipologia, durata e importo medio di mutuo di tutti coloro i quali hanno sottoscritto un finanziamento ipotecario attraverso le agenzie a marchio Kìron ed Epicas.
Nel nostro Paese vengono finanziati principalmente cittadini italiani, infatti quasi nove mutui su dieci sono stati erogati a persone di origine italiana. Solo il 9% è rappresentato da cittadini di altri Paesi del Vecchio Continente e il 2,5% da immigrati extra-europei, ma entrambe le percentuali sono in aumento rispetto al secondo semestre 2013, seppur in modo molto lieve. Dai dati raccolti si evince che la maggior parte degli stranieri non europei proviene dall’America Centro-Meridionale, seguiti dagli asiatici e dagli africani. Osservando la provenienza del mutuatario nell’ambito delle macroaree italiane e confrontando i risultati tra loro, si evince che gli istituti di credito tendono a finanziare i cittadini non italiani maggiormente nel Nord Italia.
L’età di chi ha sottoscritto un mutuo nel secondo semestre 2014 è mediamente 38,6 anni. L’analisi per fasce d’età mostra come sia la popolazione più giovane a fare un maggior ricorso al mutuo e, in generale, la percentuale decresce con l’aumentare dell’età. Gli under 35 rappresentano il 40%, mentre in poco più 35% dei casi il mutuatario ha un età media compresa tra 35 e 44 anni.
Le aree nelle quali si accede al finanziamento in età più avanzata sono tendenzialmente quelle centro-meridionali: nel Sud e nell’Italia Centrale si sfiorano i 40 anni, barriera superata tra Sicilia e Sardegna (40,2 anni). Nel Nord Italia, invece, si accede al mutuo in età relativamente più giovane, e comunque al di sotto della media nazionale: 38,3 anni nel Nord-Est, 38 anni nel Nord-Ovest.
Confrontando la classe d’età del mutuatario con la macroarea di riferimento, si nota come tutte seguano la tendenza nazionale. Fa eccezione solamente il Centro Italia, in cui la maggiore concentrazione si ha nella fascia compresa tra 35 e 44 anni (39,6%), mentre gli under 35 pesano per il 34,3%; nel Sud, invece, queste due classi hanno sostanzialmente la stessa incidenza (37%). Come evidenziato anche dall’età media, nelle regioni settentrionali è più elevata la percentuale degli under 35 (oltre il 42% nel Nord-Ovest e il 40% nel Nord-Est). Allo stesso modo, nell’Italia Insulare incidono più che a livello nazionale le fasce più mature della popolazione: i 45-54enni pesano per il 20,3%, i 55-64enni per il 9,1% e gli over 65 sono il doppio del dato nazionale (3% a fronte dell’1,2%).
Un ulteriore indice analizzato è quello relativo alla professione del mutuatario, da cui emerge che la sicurezza economica è tra gli elementi fondamentali richiesti dagli istituti di credito per erogare un finanziamento. Tale caratteristica identifica l’86,8% del campione, a fronte del 7% di chi ha un contratto di lavoro flessibile (tempo determinato o autonomo). L’83,5% è in possesso di un contratto di lavoro a tempo indeterminato, mentre i pensionati rappresentano il 3,3%.
La tendenza a finanziare redditi certi (dipendenti a tempo indeterminato e pensionati) è superiore alla media nazionale nelle regioni del Nord, dove arriva quasi al 90%. Il Centro Italia si caratterizza per una quota di finanziamento a lavoratori autonomi più alta tra tutte le macroaree (5,6%). Nelle Isole, invece, si riscontra la minor incidenza di dipendenti a tempo indeterminato (78,6%) e la maggiore percentuale di pensionati (5,1%).
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