Mutui, il tasso fisso piace di più
Nel 2015 il sorpasso sul variabile

Sorpasso dei mutui a tasso fisso rispetto a quelli a tasso variabile: più della metà dei mutuatari (il 57,6%) ha optato per la programmazione certa e sicura dell’impegno economico, mentre il 31,4% ha preferito il tasso variabile puro. I dati dell’Ufficio studi del Gruppo Tecnocasa.

I segnali di ripartenza sul mercato del credito sono sempre più evidenti – spiegano da Tecnocasa –. Le prime avvisaglie di miglioramento si notano già dalla seconda metà del 2013, quando la contrazione dei volumi aveva cominciato a rallentare, ma è dal 2014 che si hanno delle concrete note di ottimismo. Il primo trimestre 2015 si è chiuso con un ulteriore aumento delle erogazioni, che conferma il trend positivo degli ultimi cinque trimestri. Il dato è suffragato anche dalle performance riscontrate mensilmente, che vedono incrementi notevoli a partire dalla fine della scorsa estate e ben superiori al 50% da febbraio 2015.

La domanda di mutui da parte delle famiglie è in crescita da luglio 2013 e la Banca Centrale Europea sta operando ormai da tempo per sostenere le erogazioni di finanziamenti sia alle famiglie sia alle imprese. Il settore però rimane condizionato dalla situazione economica e finanziaria del nostro Paese e dell’intera Eurozona, sarà perciò determinante l’andamento del mercato del lavoro e, di conseguenza, il clima di fiducia delle famiglie. L’offerta bancaria è in miglioramento, si registrano infatti riduzioni degli spread sui mutui destinati alla prima abitazione e con bassa percentuale di intervento sul valore dell’immobile. Le politiche di erogazione rimangono prudenziali; la qualità del portafoglio degli istituti è un fattore determinate che condiziona le scelte di erogazione.

Le dinamiche degli indici di riferimento evidenziano tassi che hanno raggiunto nuovamente valori storicamente minimi e un costo del prodotto (spread) medio più contenuto rispetto agli anni passati. In questo contesto si registra il sorpasso dei mutui a tasso fisso rispetto a quelli a tasso variabile: più della metà dei mutuatari (il 57,6%) ha optato per la programmazione certa e sicura dell’impegno economico, mentre il 31,4% ha preferito il tasso variabile puro. Rispetto a un anno fa è raddoppiata la quota di chi sceglie il tasso fisso, passando da 27,6% nel primo semestre 2014 a 56,4%; dall’altra parte, invece, diminuiscono le percentuali di tutte le tipologie variabili. Il tasso variabile «puro» adesso raccoglie poco meno di un terzo delle preferenze, mentre un anno fa era il più richiesto e rappresentava il 43,3%; continua la discesa del tasso variabile con CAP (da 7,3% a 0,7%), tengono meglio i mutui a rata costante, ma comunque la loro incidenza è diminuita (da 20,8% a 11,1%).

A livello nazionale la durata media del mutuo è stata di 24,7 anni. Ragionando per fasce di durata, risulta che quasi il 70% dei mutui è compreso tra 21 e 30 anni e il 29,9% si colloca nella fascia 10-20 anni.

I prestiti ipotecari di durata inferiore a 10 anni rappresentano solamente lo 0,3% del totale a causa dei costi elevati della rata mensile, ma il discorso è diverso per le operazioni con periodi superiori a 30 anni. Queste tipologie hanno rate più economiche e sono più accessibili alla clientela ma, poiché vengono giudicate eccessivamente rischiose da parte delle banche, sono poco praticate (infatti non registriamo operazioni di tale durata).

Guardando la durata del mutuo per ripartizione geografica, si evince innanzitutto che quelli di durata più elevata sono concentrati maggiormente nel Nord Italia, mentre al Sud e nelle Isole prevalgono duration inferiori. I mutui compresi tra 21 e 30 anni sono il 77,5% nel Nord-Est, mentre nel Mezzogiorno tale fascia incide per il 59,6%. L’Italia Centrale, invece, segue sostanzialmente la media generale.

Nel primo semestre 2015 l’importo medio di mutuo erogato sul territorio nazionale è stato pari a circa 110.200 €. Il ticket medio varia in funzione della ripartizione geografica di riferimento, infatti nel Nord-Ovest e nel Centro Italia si eroga mediamente più che a livello nazionale; nel Mezzogiorno e nelle Isole, invece, il ticket medio risulta inferiore al dato complessivo, mentre il Nord-Est si mantiene sostanzialmente in linea. In generale i valori più alti sono nelle regioni del Nord Italia (111.400 € nel Nord-Ovest e 109.900 € nel Nord-Est), più bassi nelle Isole (104.900 €) e ancor di più nel Sud (101.800 €). La macroarea dove il mutuo è risultato più elevato è quella dell’Italia Centrale, con un ticket medio pari a 118.800 €.

Il 40% dei mutui erogati è compreso tra 100 e 150.000 €, mentre il 38,5% si colloca nella fascia inferiore (50-100.000 €). Poco più del 17% dei mutuatari, invece, ha ottenuto un finanziamento superiore a 150.000 €.

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