Moneta elettronica lombarda
Sperimentazione pronta al via

A breve la Lombardia potrebbe avere una sua moneta. Non si tratta di una valuta «reale» come l’euro o il dollaro, ma di una moneta complementare ed elettronica che le imprese potranno utilizzare per compensare i crediti o i debiti.

A breve la Lombardia potrebbe avere una sua moneta. Non si tratta di una valuta «reale» come l’euro o il dollaro, ma di una moneta complementare ed elettronica che le imprese potranno utilizzare per compensare i crediti o i debiti, che hanno tra di loro, con dei servizi.

Insomma si tratta di una specie di «baratto» e in questo modo la Regione Lombardia calcola che il bisogno di liquidità delle aziende possa essere ridotto di circa il 15%. L’idea prende spunto da altre monete locali, come il Sardex in Sardegna o il Franco Wir nel Canton Ticino.

Chiamata in diverse occasioni «Lombard», da esponenti della Lega Nord, la moneta complementare della Lombardia era stata lanciata durante la scorsa legislatura dall’allora vicepresidente della Regione, il leghista Andrea Gibelli (ora segretario generale di Palazzo Lombardia).

E giovedì 30 gennaio la commissione regionale Attività produttive, votando a favore del progetto di legge sulla competitività d’impresa, ha aperto la strada a una sperimentazione della moneta complementare. Il sì definitivo, comunque, dovrà essere dato dal Consiglio regionale il prossimo 11 febbraio.

L’utilità dell’introduzione di questo strumento, comunque, non divide solo gli studiosi ma ha spaccato anche la politica. L’approvazione del testo della legge, infatti, ha registrato i dubbi di parte dell’opposizione. Se la maggioranza di centrodestra e il Movimento 5 Stelle hanno votato a favore, infatti, il Patto civico si è astenuto mentre il Pd ha votato sì all’articolo 1, «perché è quello che contiene i principi e le finalità» del provvedimento, ma poi non ha partecipato al resto del voto.

Per Enrico Brambilla (Pd) «affiancare a strumenti utili anche uno strumento tutto da sperimentare e ancora immaturo come la moneta complementare, rischia di vanificare gli obiettivi ambiziosi del progetto che sino a qui avevamo condiviso». Soddisfatta, invece, la maggioranza con il relatore del testo, Carlo Malvezzi (Ncd), che ha sottolineato come la legge nasca «dalle esigenze che il sistema produttivo ci ha segnalato con forza in questi mesi». Da parte sua Dario Violi (Movimento 5 Stelle) ha sostenuto che da parte dei grillini «non c’è nessun pregiudizio per la moneta complementare».

La legge, comunque, prevede l’introduzione anche di altre misure ed è finanziata dalla Regione con oltre 20 milioni di euro. Nel provvedimento, ad esempio, c’è l’indicazione della possibilità per la Regione di abbattere fino al 25% l’Irap regionale. Altri interventi sono incentrati sulla facilitazione dell’accesso al credito e sulla semplificazione della burocrazia. Per quanto riguarda l’ultimo punto, viene istituita la «comunicazione unica regionale»: un’autocertificazione unica per l’avvio dell’attività, che l’imprenditore potrà trasmettere per via telematica allo Sportello unico per le attività produttive (Suap).

Qui verrà creato un «fascicolo elettronico» contenente tutte le informazioni, i documenti e gli atti dell’impresa. In questo modo l’ente (ad esempio Arpa o Asl) che dovrà procedere a fare dei controlli potrà attingere direttamente al «fascicolo elettronico». Inoltre, i controlli potranno avvenire solo dopo la consultazione del «fascicolo elettronico» e le verifiche non potranno sospendere le attività dell’azienda, che avrà fino a 180 giorni di tempo per sanare eventuali vizi rilevati. Per quanto riguarda l’accesso al credito, infine, possibilità di sperimentare modelli alternativi come, ad esempio, i mini bond. 
Fabio Florindi

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