Mercatone Uno: è sciopero al contrario
«Tutti al lavoro, 50 dipendenti da salvare»
Dopo i presidi, i pranzi-blocca cancelli e le mobilitazioni a sorpresa, ora i dipendenti di Mercatone Uno a Verdello tentano una nuova, inedita, protesta: da domani, 2 aprile, tutti al lavoro, compresi coloro a cui è stata programmata la sospensione dell’attività per il Contratto di solidarietà. Lo hanno deciso insieme ai lavoratori, Filcams-Cgil e Fisascat-Cisl di Bergamo.
Contro la chiusura (che secondo i sindacati appare sempre più imminente) e contro la perdita di 50 posti di lavoro, al Mercatone Uno di Verdello negli ultimi giorni si è svolto uno sciopero ad oltranza: ricordiamo che alla comunicazione della svendita speciale in 34 negozi di Mercatone Business si è subito diffuso il timore della chiusura di alcuni punti vendita per la Lombardia dei negozi di Pessano con Bornago (MI), Tavernerio (CO), Castegnato (BS) e, appunto, anche quello di Verdello.
«Quello in programma da domani è un vero e proprio rientro in servizio di tutte le maestranze, compreso chi si trova a casa secondo le modalità del Contratto di solidarietà, in protesta contro la chiusura sempre più probabile e contro un utilizzo spropositato dell’ammortizzatore sociale» dice Mauro Rossi di Filcams-Cgil Bergamo.
«Contestiamo, infatti, il mancato rispetto di un punto del Contratto di solidarietà attualmente in vigore in cui si prevede una riduzione media complessiva dell’orario nei vari negozi per una misura massima del 30%. Negli ultimi periodi, infatti, questo limite è stato abbondantemente superato. Pertanto, ai fini di un rientro nei parametri dell’accordo, abbiamo comunicato all’azienda che l’intero organico sarà in servizio fino al rientro nei parametri previsti. Siamo disponibili, comunque, ad incontrare la controparte su tutte le questioni aperte».
Oggi a Roma, intanto, all’incontro coi sindacati presso il Ministero per lo Sviluppo Economico, l’azienda non si è presentata (lunedì 30 marzo aveva comunicato la propria assenza per impegni societari). Davanti ai diversi negozi, quello di Verdello compreso, i lavoratori del Gruppo hanno dato vita all’ennesimo sciopero con presidio.
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Davide Boschi
9 anni, 9 mesi
Cara signora Claudia, non chiudono non perché non c'è più lavoro: chiudono perché non c'è più guadagno. E il guadagno se lo mangiano le tasse al 60%, se lo mangia la burocrazia, se lo mangiano i fannulloni (tra i dipendenti, sì, ma anche della Pubblica Amministrazione). Cosa c'entrano i sindacati? C'entrano quando sono solidali con gli assenteisti e coi fannulloni. C'entrano quando spingono perché siano le imprese a pagare, perché hanno i soldi. C'entrano perché quando si accorgono che snellire la burocrazia comporta il passaggio dal pubblico al privato, si oppongono.
claudia gorena
9 anni, 9 mesi
Se chiudono perché non c'è più lavoro ? O semplicemente perché uno volle chiudere per il caccio ! Di motivo abbia cosa c'entrano i sindacati ? Le dispiace tanto diano loro il lavoro ,vediamo se sonno più bravi? A gestire lavoro ,produzione e de pendenti !
Davide Boschi
9 anni, 9 mesi
Fino a ieri Landini, con la sua cultura della lotta contro i padroni e per i diritti, mi pareva un vecchio residuato degli anni '70. Ora, leggendo questa notizia, mi sembra sempre più un fossile.