Mazzucconi esce dal concordato
Creditori pagati e nuovo sviluppo

Il gruppo Mazzucconi, produttore di componenti per auto, è uscito dal concordato preventivo. Il giudice delegato Giovanni Panzeri il 9 gennaio ha sancito che ogni adempimento è stato fatto nei termini previsti (entro il 31 dicembre scorso) e ha disposto la chiusura della procedura.

Un risultato importante per una realtà che solo in provincia tra Ponte San Pietro, Ambivere e Almenno San Bartolomeo dà lavoro a 600 persone. Dopo il tracollo del 2009 causato dalla crisi dell’auto, il fatturato è risalito e raddoppiato rispetto ai minimi toccati con la crisi. Il gruppo guidato dalla famiglia Mazzucconi (Michele amministratore delegato, il padre Adriano e i cugini Matteo e Mario in consiglio d’amministrazione), e che vede ai vertici del management il direttore finanziario Edoardo Locatelli, ha costruito un nuovo sviluppo, con le principali case automobilistiche come clienti.

Il concordato, seguito in qualità di commissario giudiziale dal commercialista Gianfranco Ceruti, è stato chiuso per tutte le società interessate: la holding Maberfin, la Fonderie Mario Mazzucconi, la Rono di Almenno (lavorazioni meccaniche), la modenese Fonderia San Possidonio e la fonderia Tekal di San Giovanni Teatino (Chieti), che continuerà a rifornire la Mazzucconi anche se nel frattempo è subentrata la cessione.

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