Martedì scatta la mobilità alla cartiera Cima

A meno di colpi di scena inaspettati, che peraltro a questo punto cambiarebbero di poco lo stato attuale della situazione, martedì scatterà la mobilità per i 142 lavoratori della Cima di San Giovanni Bianco. Quella di domani è infatti l’ultima giornata utile, essendo ormai trascorsi anche i 30 giorni della seconda fase di trattativa previsti dalla normativa (i primi 45 giorni erano scaduti il 28 dicembre scorso), per la stipulazione di un accordo con i sindacati.

E proprio per domani mattina alle 10, all’Ufficio regionale del lavoro di via Papa Giovanni XXIII, è stato fissato l’ultimo tentativo per trovare un’intesa tra le parti. «Difficilmente - spiegano Michele Bettoni della Fistel-Cisl e Claudio Cavagna della Slc-Cgil - raggiungeremo l’accordo alla vigilia dello scadere dei tempi previsti dalla trattativa e comunque, anche se l’intesa venisse sottoscritta, anticiperebbe di soli pochi giorni la messa in mobilità dei lavoratori».

La cartiera di San Giovani Bianco, di fatto ferma ormai da più di sei mesi, è stata ammessa alla procedura del concordato preventivo il 24 settembre, ed stata aggiudicata all’asta lo scorso novembre alla Smi, azienda brembana che produce macchinari per imballaggi, con sede legale nello stesso comune della Cima e unità produttive anche a San Pellegrino.

A pochi giorni dall’ufficializzazione dei licenziamenti, i lavoratori sono stati chiamati a raccolta dai sindacati che, venerdì sera, hanno organizzato in cartiera un’assemblea per fare il punto della situazione e dare qualche dritta ai dipendenti a proposto del disbrigo delle procedure attinenti la mobilità. «Il commissario giudiziale - hanno aggiunto Bettoni e Cavagna- ha garantito che i primi soldi incamerati grazie all’affitto verranno impiegati per retribuire l’indennità sostitutiva del preavviso. Nei giorni scorsi inoltre la proprietà ha ribadito il proprio impegno nel voler far acquisire presto operatività all’azienda e quindi, dopo la messa in mobilità e l’avvio del procedimento d’affitto, far rientrare così, per il controllo e l’avviamento del processo produttivo (si prevede intorno ai primi giorni di febbraio), una quindicina di lavoratori».

Le speranze dei sindacati sono quelle di veder riprendere la produzione, sebbene non ancora a pieno regime, tra la fine di febbraio e l’inizio di marzo. «L’azienda - ha sottolineato Bettoni - ha sempre garantito la propria intenzione di voler riassumere la maggior parte dei 142 lavoratori attualmente in forza alla cartiera. Alla luce del piano industriale che avrà nel frattempo stilitato, penso che tra qualche settimana chiamerà quindi i sindacati per illustrare i numeri, la tempistica e la progressività del progetto di riassunzione dei dipendenti».

«La forza della Cima - ha concluso Cavagna - è da sempre la qualità del prodotto, nonché la solidità dei rapporti instaurati nel tempo con i propri clienti. Per questo crediamo in una reale possibilità di ripresa di quest’azienda».

(25/01/2004)

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