Mamma e lavoro: inconciliabili
Sono in 700 a lasciare ogni anno

Ogni anno, a Bergamo, circa 700 donne lasciano il lavoro dopo aver avuto un figlio. Il dato racconta la fatica di riuscire ad essere madri e lavoratrici allo stesso tempo. I numeri arrivano dalla Direzione territoriale del lavoro.

Ogni anno, a Bergamo, circa 700 donne lasciano il lavoro dopo aver avuto un figlio. Il dato racconta la fatica di riuscire ad essere madri e lavoratrici allo stesso tempo. I numeri, che arrivano dalla Direzione territoriale del lavoro, dicono che tra città e provincia ci sono stati 705 abbandoni nel 2011, 790 nel 2012, 665 l’anno scorso e quest’anno, da gennaio a luglio, siamo a quota 400.

Ma non è tutto. La Dtl registra solo le dimissioni delle donne che lasciano il lavoro entro un anno dopo la nascita del bambino. Ma quali sono le dimensioni reali del fenomeno, se le statistiche non comprendono i casi in cui le lavoratrici si licenziano dopo che il figlio ha compiuto un anno? È praticamente impossibile stabilirlo, ma davanti a numeri di questa portata non è difficile ipotizzare che il problema coinvolga ogni anno almeno un migliaio di lavoratrici nella Bergamasca.

«I dati, per quanto parziali, ci dicono che il fenomeno è molto diffuso - spiega Elena Raschellà, responsabile della Dtl per la Vigilanza sulle pari opportunità -. La maggior parte delle dimissioni sono motivate dalla difficoltà di conciliare lavoro e famiglia, considerata l’assenza di servizi o di reti familiari a cui delegare l’assistenza del neonato». E non solo, come spiega Luciana Fratus, responsabile delle Politiche di genere per la Cgil: «Ci sono anche il demansionamento, la mancata concessione del part-time o dei permessi per l’allattamento, il mobbing vero e proprio».

Leggi di più su L’Eco di Bergamo del 2 settembre

© RIPRODUZIONE RISERVATA