Economia / Bergamo Città
Mercoledì 14 Maggio 2014
L’utile raddoppia nel primo trimestre
E la gestione operativa cresce del 27%
Ubi ha chiuso il primo trimestre con un utile netto di 58,1 milioni, più che raddoppiato rispetto al primo trimestre 2013 (26,5 milioni). I proventi operativi si sono attestati a 853,4 milioni (+6,7%). Il titolo in Borsa risente dell’inchiesta in corso: in mattinata -3,9%, per poi risalire e attestarsi ad un -1,8%.
Ubi ha chiuso il primo trimestre con un utile netto di 58,1 milioni, più che raddoppiato rispetto al primo trimestre 2013 (26,5 milioni).
Lo si legge in una nota in cui si precisa che la gestione operativa è in crescita del 27% a 332,2 milioni, i proventi operativi si sono attestati a 853,4 milioni (+6,7%). L’utile dell’operatività corrente al lordo delle imposte si è attestato a 124,5 milioni (+34,5%).
Gli impieghi verso la clientela ammontano a 87,1 miliardi (-1,5%). In merito alla qualità del credito lo stock dei «deteriorati lordi» ha un lieve miglioramento a 12.659 milioni e grazie all’aumento delle coperture lo stock dei crediti deteriorati netti scende a 9.208 milioni (da 9.312 a dicembre).
La raccolta diretta totale è scesa a 90,8 miliardi (da 92,6 miliardi di dicembre). Il patrimonio netto si attesta a 10.667 milioni di euro. Ubi prevede di ’«proseguire il miglioramento del margine d’interesse». ’«Un ulteriore attenuazione del rischio sovrano - sottolinea la nota - potrebbe consentire di ottenere risultati positivi dell’attività di negoziazione e copertura anche nella rimanente parte dell’anno. Il rallentamento del flusso di nuovi crediti in default registrato nel primo trimestre consente di confermare le attese di un miglioramento del costo del credito rispetto al 2013».
Per quanto riguarda l’andamento in Borsa, nella giornata di martedì 14 maggio gli effetti delle perquisizioni negli uffici Ubi si sono ovviamente fatti sentire. Il titolo a metà mattina perdeva il 3,9%. Con il passare delle ore la situazione è però migliorata e alle 14 aveva ridotto la perdita all’1,65% per poi assestarsi ad un meno 1,8%.
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