Legler, la crisi si aggrava
Presto la liquidazione volontaria

Legler ultimo atto. All’orizzonte non si vedono nuovi imprenditori intenzionati a investire nell’azienda, così la crisi è destinata ad aggravarsi ulteriormente. Mercoledì 23 luglio l’assemblea dei soci formalizzerà con una delibera la liquidazione volontaria e presenterà al tribunale l’istanza di nomina del commissario, avviando di fatto le procedure previste dalla Legge Prodi che aprono ad un altro periodo di ammortizzatori sociali per centinaia di lavoratori già in cassa integrazione.Il prossimo passo potrebbe poi essere l’amministrazione straordinaria per tutti i poli dell’azienda.Ciò è quanto emerso dall’incontro a Roma tra i rappresentanti del ministero dello Sviluppo Economico, la Regione e i sindacati Cgil, Cisl e Uil. Oltre allo stabilimento di Ponte San Pietro, la messa in liquidazione riguarderà anche i tre impianti di Ottana, Siniscola e Macomer. Complessivamente i lavoratori che saranno interessati dalla cassa integrazione sono circa 1.300, di cui circa 800 solo in Sardegna.Il segretario regionale della Cisl, Giovanni Matta, si è detto «preoccupato, perché al di là della cassa integrazione che garantisce un minimo di reddito ai lavoratori, a rischio è il mantenimento stesso degli stabilimenti in Sardegna. Più appetibile ed avvantaggiata è invece la struttura di Ponte San Pietro».(21/07/2008)

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