
Economia / Bergamo Città
Giovedì 30 Ottobre 2014
Le consegne si fanno in bicicletta
Bergamo all’avanguardia in Italia
È la Orobici di Bergamo a tagliare il traguardo in volata prima a Milano e giovedì 30 ottobre a Bolzano, con una puntatina anche in direzione mare a Sassari.
Complice la bici elettrica, l’azienda bergamasca che si occupa di consegne urbane si presenta con una marcia in più rispetto alle concorrenti e sfreccia veloce, silenziosa ed ecologica, nelle grandi come nelle piccole città. Arrivando dappertutto, soprattutto nelle zone a traffico limitato, parcheggiando ovunque, senza inquinare e senza disturbare.
Il sogno, nato a fine 2011 da due amici, Toni Filisetti e Paolo Civera, con esperienze precedenti nel marketing e nella logistica è diventato business a tutti gli effetti. Gli inizi sono tutti bergamaschi e a raccontarli è l’amministratore di Orobici: «I primi che hanno creduto in noi - ricorda Filisetti - sono stati alcuni fioristi e la pasticceria Salvi, in città. Il periodo favoriva la consegna di strenne e regali, a Natale c’è sempre un flusso straordinario rispetto alla media dell’anno».

(Foto di Maria Zanchi)
E pedalando pedalando, in poco meno di tre anni, Orobici è diventata riferimento per l’ultimo miglio, come si dice in gergo, dei corriere internazionali. La collaborazione con la multinazionale Gls comincia sempre a Bergamo dove i bikers effettuano il servizio per Città Alta e i colli. Da settembre ha preso il via anche l’avventura milanese con Ecomilano Express, avviata in collaborazione con la società Milano Express. Ogni giorno 7 bikers sfrecciano tra la stazione Centrale, Corso Buenos Aires e l’area C, consegnando circa 400 buste (non superiori al mezzo chilo).

(Foto di Maria Zanchi)
Orobici conta su un parco mezzi rigorosamente ecologico, costituito da circa 20 unità tra bici, tricicli e cargo e una quindicina di ciclisti, non sempre così facili da trovare. «Operiamo con contratti part time. A Bergamo - chiude Paolo Civera - abbiamo assunto soprattutto persone tra i 35 e i 40 anni che avevano perso il lavoro».
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