Alla faccia degli scettici, il «pezzo di carta», ovvero laurea e diploma, serve eccome per trovare un posto di lavoro. Anche in tempi incerti come quelli che stiamo vivendo, dominati da contratti di assunzione a orologeria. Le aziende, infatti, sono sempre alla ricerca di laureati in materie economico commerciali, in ingegneria elettronica ed elettrotecnica, perfino ad indirizzo umanistico, letterario, pedagogico e filosofico. Senza parlare dei diplomati in ragioneria e in materie amministrative e commerciali.Lo dice l’indagine Excelsior 2005, realizzata dal centro studi di Unioncamere in collaborazione con il Ministero del Lavoro su un campione di oltre 100 mila imprese. L’indagine evidenzia che "delle oltre 647 mila assunzioni messe in cantiere dalle imprese italiane, 217 mila sono destinate a chi è in possesso di un titolo di studio di scuola media superiore (in crescita di 19 mila unità rispetto al 2004)" e che 60 mila riguardano laureati. Una domanda, quella delle aziende riguardante i giovani che escono da scuole ed atenei che, per ciò che riguarda laureati e diplomati, viene soprattutto dalla Lombardia e dal Lazio, dove saranno quasi 24 mila, per ciascuna realtà, i neo-dottori che troveranno lavoro entro l’anno.
Secondo l’indagine, sono in calo invece le richieste delle imprese per le qualifiche professionali: nel 2005, dovrebbero essere infatti 130 mila i nuovi assunti, cioè 12 mila in meno rispetto allo scorso anno. Discorso che vale anche per chi è in possesso del livello minimo della scuola dell’obbligo: 243 mila assunzioni contro le 276 mila dello scorso anno.
L’innalzamento del livello formativo richiesto ai nuovi assunti, riguarda prevalentemente il settore industriale, dove l’incidenza di laureati passa dal 4,9% al 6,1%, con un picco dell’8,7% per il manifatturiero. Sostanzialmente stabile invece la domanda nei servizi, dove la formazione terziaria passa dal 10,8% del totale al 10,6%. L’aumento dei diplomati riguarda invece in modo omogeneo sia l’industria che i servizi: +4% per entrambi. Ancora alto infine, sebbene in flessione sul 2004, il livello di difficoltà per le imprese nel reperire tali figure: si attesta al 32,2% del campione, contro il 36,8% dello scorso anno.
Per quanto riguarda la tipologia di lauree, le più richieste continuano ad essere quelle economico-commerciali, seguite dall’indirizzo in ingegneria elettronica ed elettrotecnica, che supera quello sanitario e paramedico. Ma l’elemento nuovo è costituito dal fatto che, alle spalle dell’ingegneria industriale e del ramo chimico-farmaceutico, si collocano le lauree umanistiche (lettere, pedagogia, filosofia). Poco valutata la cosiddetta «laurea breve» (3 anni): assorbe solo il 16,8% della domanda di laureati.
Calano, ma resistono in ogni caso, le richieste di ragionieri, mentre aumenta la domanda di diplomi a maggior contenuto tecnico: meccanico, turistico-alberghiero e agro-alimentare.
(10/08/2005)
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