Economia / Bergamo Città
Venerdì 11 Ottobre 2013
«Servono alleanze sociali»
Piccinini (Cisl) indica la strada
Il consiglio Generale Cisl ha dedicato a Bombardieri una sala della sede di Bergamo. «Alleanze sociali per risposte concrete»: Piccinini indica la strada post congressuale. Crisi sempre più profonda, disoccupazione oltre il 7%.
La Cisl di Bergamo, la "sua" Cisl, adesso lo avrà sempre "in casa". Da ieri, infatti, una delle sale riunioni nell'ala nuova della sede di via Carnovali porta il nome di Vincenzo Bombardieri, il "segretario - senatore" recentemente scomparso. Segretario generale e Senatore della Repubblica all'apice della sua carriera, anche se lui si è sempre definito operaio e sindacalista.
"E operaio sindacalista lo è rimasto fino alla fine - lo ha ricordato Ferdinando Piccinini, suo attuale successore in Cisl a Bergamo -. Ha fatto parte di una generazione che, nonostante le difficoltà sociali ed economiche del dopoguerra, ha sempre guardato avanti, lavorando assiduamente per realizzare quel mondo migliore in cui ha sempre creduto e interpretando la vita ed il lavoro come una missione finalizzata al servizio per il bene comune. Bombardieri è stato un testimone di coerenza e d'impegno, con una forte capacità di fare scelte determinate e di coniugare intuizione e azione. Ha lasciato un grande vuoto, ma soprattutto grandi insegnamenti"
Così si è concluso il consiglio generale della Cisl di Bergamo, aperto qualche ora prima dalla relazione di Piccinini, nella quale l'accenno alla crisi e alla situazione con la quale il sindacato deve fare i conti non poteva non essere predominante.
Viviamo d'altronde una realtà alla quale Bergamo non era abituata, con una forza occupazionale calata di 13.000 unità, "una disoccupazione oltre il 7% con il rischio che diventi strutturale (per via della crisi, della condizione dei giovani, della prolungata permanenza dei lavoratori anziani). Nutriamo una grande preoccupazione per il calo delle assunzioni del 13% nei primi mesi dell'anno, con un dato ulteriore di scarsa stabilità (su 61000 contratti, solo 15000 sono a tempo indeterminato)".
Permane intanto "un fortissimo ricorso agli ammortizzatori sociali, che rimane anche per il 2013, dati di ieri, ancora altissimo (oltre 30 milioni di ore con un +30% rispetto all'anno precedente)". Abbiamo assistito e continuiamo a assistere a un "cambiamento dell'assetto economico del territorio, con la diminuzione delle imprese manifatturiere più deboli e con la fortissima prevalenza di quelle dedicate al mercato interno; c'è stato il crollo drammatico del settore delle costruzioni con numeri paurosi, continue chiusure nel terziario e nel commercio. Resistono e si sviluppano le eccellenze, le imprese e i comparti produttivi che hanno saputo adeguare la propria struttura e agganciare la ripresa internazionale. Tutto questo segna profondamente il tessuto sociale con l'emergere sempre più forte di nuove marginalità e sofferenze. Una parte significativa delle società bergamasca si ritrova povera, in difficoltà, senza prospettive per il futuro. Una forbice che si allarga sempre di più, anche all'interno della nostra rappresentanza".
Per il sindacato, e per la Cisl in particolare, questo "è un tema prioritario. Non possiamo semplicemente assistere a questo fenomeno senza assumerlo e tentare di dare e richiedere risposte. Dobbiamo ripensare la nostra azione sindacale aprendo percorsi nuovi, cercando di incidere maggiormente sul versante sindacale affrontando le sfide notevoli che richiedono questa situazione di grande crisi e cambiamento. È stato un fatto importante l'allarme condiviso di tutte le forze sociali del paese, cosi come il documento unitario condiviso con Confindustria che ha voluto segnare le direzioni di marcia per uscire da questa situazione e cogliere i timidi segnali di ripresa".
Ma la sfida vera è creare nuovo lavoro. "In questo senso abbiamo apprezzato la relazione del neopresidente Galizzi all'assemblea generale di Confindustria Bergamo. Insieme dobbiamo cercare di compiere uno sforzo nuovo per aprire una riprogettazione sulle politiche attive; occorre riaprire il lavoro ai giovani con un rafforzamento e l'incentivazione dell'apprendistato, un maggiore investimento sull'alternanza studio lavoro".
Sarà importante per raggiungere questi obiettivi, secondo Piccinini, imprimere una decisa accelerazione del percorso unitario, sul quale ha pesato "l'interventismo" della Cgil di qualche giorno fa ("Una battaglia vecchia, quella dell'intervento diretto in politica, perdente e ininfluente per la nostra rappresentanza").
Occorrerà invece "aprire una fase più incisiva sulla contrattazione sociale: integrare le politiche di contrattazione aziendale/territoriale con la contrattazione sociale; rilanciare la sfida della mutualità territoriale che dia risposte ai bisogni nuovi di welfare che in questa fase rischiano di essere drammatici per le famiglie coinvolte dalla crisi, con progetti e interventi mirati alla casa; alla non autosufficienza, all'infanzia, alla cura e allo studio". Insomma, "ritorna il tema delle alleanze sociali che devono tradursi in capacità di dare risposte concrete".
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