Economia
Mercoledì 12 Settembre 2012
«Gruppi d'acquisto solidale»
Bergamo ne studia l'esperienza
Ottanta milioni di euro. E' il giro di acquisti che assicurano in Italia i Gas, i Gruppi di Acquisto Solidale che si stanno diffondendo a macchia d'olio. E' una stima, basata sul numero dei GAS registrati sul sito www.retegas.org, circa 900, e sulla valutazione che ne esistano almeno altrettanti, non ancora registrati.
Ottanta milioni di euro. E' il giro di acquisti che assicurano in Italia i Gas, i Gruppi di Acquisto Solidale che si stanno diffondendo a macchia d'olio. E' una stima, basata sul numero dei GAS registrati sul sito www.retegas.org, circa 900, e sulla valutazione che ne esistano almeno altrettanti, non ancora registrati.
Il numero di famiglie che partecipa ad un Gas può variare molto da gruppo a gruppo, da 10 ad alcune centinaia per i gruppi più grossi. Mediamente a un Gas partecipano 25 famiglie, corrispondenti a 100 consumatori. Secondo queste stime, il numero di persone che in Italia utilizzano i prodotti dei Gas sono circa 200mila, ovvero circa 40mila famiglie. La spesa media per famiglia all'interno di un Gas è stimata intorno ai 2000 euro all'anno, per un “fatturato” complessivo appunto di oltre 80 milioni di euro.
Ogni anno i Gas organizzano un Convegno Nazionale dove si fa il punto sulle diverse esperienze e si lanciano nuove iniziative. E su questo scenario cresce il peso di Bergamo: non solo per il crescente numero dei GAS (oltre una settantina quelli censiti) o per le esperienze ormai affermate dei “mercati agricoli e non solo…” che si ripetono a scadenza mensile a Bergamo (Piazzale Alpini), ad Albino e a Corna Imagna, facendo incontrare cittadini esigenti e critici nei loro acquisti e produttori che hanno scelto uno stile di lavoro attento all'ambiente, alla dignità dei lavoratori, alla salute…
L'apporto di Bergamo ora si pone a livello di ricerca e riflessione sull'esperienza e il futuro di questo movimento, che ha finalità comuni ma un'infinità di “pratiche e identità diverse” al suo interno.
Nel convegno nazionale programmato a Venezia nel prossimo fine settimana “Quali comunità territoriali capaci di futuro. Il ruolo politico delle esperienze del movimento EcoSol. La costruzione di nuovi modelli di società”, la relazione introduttiva “I GAS e le RES nello spazio pubblico per una nuova politica capace di futuro” è affidata a Francesca Forno, docente di sociologia dei consumi all'Università di Bergamo, che sta coordinando una ricerca sulla realtà dei GAS a livello nazionale.
I risultati della ricerca, ideata dal team di ricercatrici dall'Osservatorio Cores dell'Università degli studi di Bergamo in collaborazione con il Tavolo Nazionale delle Reti di Economia Solidale è stata promossa nella nostra provincia dalla ReteGasBergamo e verrà presentata nel dettaglio da Silvia Salvi, del gruppo “formazione e ricerca” della rete di economia solidale bergamasca Cittadinanza Sostenibile e presidente dell'associazione Mercato&Cittadinanza, promotrice dei mercati e della recentissima “Mappa di Bergamo eco-solidale” che presenta ben 91 punti eco-solidali, rigorosamente selezionati secondo precisi requisiti di ecosostenibilità.
La ricerca, condotta tramite due elaborati questionari, ha rilevato come i Gruppi di Acquisto Solidali si caratterizzino per essere degli spazi “auto-educanti” all'interno dei quali il ripensamento rispetto il consumo individuale è spesso il primo passo per l'affermazione di un nuovo tipo di cittadinanza attiva e “sostenibile”. Dai dati emerge infatti che, anche chi entra in contatto con un Gas perché attratto principalmente dalle opportunità che questi gruppi offrono, ad esempio relativamente all'acquisto di prodotti biologici e di qualità ad un prezzo inferiore rispetto ad un normale negozio specializzato, può apprendere che il consumare biologico e “locale” vuol dire gestione del territorio, sostegno ai piccoli produttori, attenzione per il processo produttivo non solo dal punto di vista tecnico, ma anche per chi ci lavora.
Il prendere parte a questi gruppi non favorisce solo la diffusione di stili di consumo più sani e rispettosi dell'ambiente. Se da un lato i dati evidenziano come tra i partecipanti aumenti, ad esempio, il consumo di cibi biologici, stagionali e locali, mentre diminuisce il consumo di carne e cibi pronti, la partecipazione a questi gruppi favorisce anche l'adozione di stili di vita più sostenibili (si diffonde una maggiore attenzione verso le pratiche di riciclo, verso i comportamenti che riducono il consumo di energia elettrica e quello dell'acqua) e incoraggia la diffusione di atteggiamenti più collaborativi tra le persone, accrescendo tra i partecipanti sia l'interesse per la politica (in particolare per quella locale) sia il senso di efficacia sociale. A differenza di quanto accade in altre iniziative, anch'esse volte a favorire la commercializzazione e diffusione di prodotti con qualità di eco-sostenibilità, che pure stanno crescendo in questi ultimi anni (si pensi ad esempio allo spaccio in azienda, mercatini bio, e-commerce), all'interno dei Gruppi di Acquisto Solidale, la spesa, oltre a mirare a soddisfare bisogni individuali, assume infatti una funzione di “addestramento al lavoro comune” e per il “bene comune”.
Come funziona un gas
Il funzionamento del gruppo d'acquisto è molto semplice: i partecipanti al gruppo – normalmente abitanti nello stesso paese o quartiere - definiscono una lista di prodotti che vogliono acquistare e individuano i produttori grazie a criteri condivisi (biologici, a km zero, ecc). In base a questa lista e alle richieste delle famiglie un incaricato per prodotto o gruppi di prodotti compila un ordine di gruppo che viene trasmesso al produttore. I prodotti vengono recapitati all'incaricato che provvede a smistarli e a ricevere il denaro per effettuare il pagamento. Spesso i gruppi si organizzano anche per andare a trovare i loro produttori e colgono l'occasione per avere informazioni non solo sui prodotti in campo ma anche sulle tecniche di coltivazione utilizzate.
Si acquista vino in cantina, ortaggi e frutta, formaggi e latte, carni e salumi, olio di oliva, riso e pasta, piante ornamentali, prodotti del commercio equo e solidale (caffè, cacao, cioccolato, thè, spezie, riso….) e a volte anche vestiti, scarpe, detersivi e cosmetici naturali.
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