La Tavecchi chiude i battenti
A rischio 41 posti di lavoro

I sindacati si aspettavano di riaprire il confronto sulle prospettive aziendali alla conclusione del periodo di cassa integrazione straordinaria, ad aprile. Invece, alla Tavecchi di Seriate è arrivato l’annuncio della cessazione dell’attività e della mobilità per tutti i 41 dipendenti.

La procedura è stata avviata lunedì 18 gennaio. Specializzata nella produzione di pelletteria, agende e calendari, l’azienda fa parte della più ampia Arti Group, insieme a Arti Grafiche, editoriale Johnson e Eurogravure (al lavoro ci sono in totale circa un migliaio di dipendenti, tra Bergamo, Seriate e Treviglio). «Ci aspettavamo di riprendere la discussione sulle prospettive aziendali dopo i mesi di cassa straordinaria che, in Tavecchi, ha coinvolto solo una minoranza di dipendenti, visto che la maggior parte dell’organico ha continuato a lavorare. Invece è arrivato l’annuncio della chiusura» hanno spiegato oggi pomeriggio Paolo Turani di Slc Cgil, Luca Legramanti di Fistel-Cisl e Bruno Locatelli di Uilcom- Uil. «Ora avremo 75 giorni di tempo per trovare un’alternativa o tutti i lavoratori saranno licenziati».

Nella mattinata di mercoledì 20 gennaio a Zanica, nella sede di Arti Grafiche, si è svolta una riunione di gruppo tra segreterie sindacali provinciali e tutti delegati di Arti Group: «È emersa, naturalmente, la preoccupazione per i 41 lavoratori di Tavecchi, che si aggiunge a quella per i 22 già in mobilità a seguito dell’esternalizzazione della logistica in Arti Grafiche. Da mesi chiediamo all’azienda un confronto sulle prospettive industriali di Gruppo che, ad oggi, diventa ancora più urgente e che mai, fino ad ora, è stato svolto»

A partire da lunedì 25 gennaio è in programma una serie di assemblee in tutte le aziende del gruppo: «Ai lavoratori proporremo un’ora di sciopero da compiere già la prossima settimana in solidarietà ai lavoratori di Tavecchi per il ritiro della procedura di mobilità. Verrà anche discusso un ulteriore pacchetto di sciopero per la settimana successiva, da articolare a livello aziendale. Siamo fermamente contrari a questa mobilità e alla cessazione dell’attività di Tavecchi» proseguono i tre sindacalisti. «Auspichiamo che si adotti un approccio più complessivo che tenga conto di ogni ulteriore possibile uso di ammortizzatori sociali e, al limite, di una ricollocazione all’interno del Gruppo. Non possiamo non sottolineare che, con l’inizio del 2016, le regole della mobilità cambiano con la conseguenza che per questi lavoratori si ridurrà di 6 mesi il periodo di copertura massima, passando da 24 a 18 mesi».

© RIPRODUZIONE RISERVATA