La pensione sfugge «all'ultimo miglio»
Lunedi in sciopero i dipendenti delle Poste

Nella lunga lista di coloro che alzano la propria voce contro gli effetti della manovra del Governo, in discussione in queste ore al Parlamento, ci sono anche i dipendenti delle Poste.

Nella lunga lista di coloro che alzano la propria voce contro gli effetti della manovra del Governo, in discussione in queste ore al Parlamento, ci sono anche i dipendenti delle Poste: molti di loro, infatti, hanno sottoscritto con l'azienda un piano di esodo anticipato con accompagnamento alla pensione e si trovano ora, per effetto, del decreto «Salva Italia» a fare i conti con uno stravolgimento completo dei requisiti di accesso e, dunque, con un buco contributivo.

«È il caso di circa 150 dipendenti postali che nella sola provincia di Bergamo hanno sottoscritto negli ultimi mesi un accordo con Poste Italiane - spiega Paolo Turani della Sls Cgil provinciale -. In questi accordi il lavoratore acconsente a presentare le dimissioni volontarie ma gli viene garantito l'accompagnamento fino alla maturazione del requisito per la pensione. A questi lavoratori se ne aggiungo altri 75 sempre nel nostro territorio: entro il 31 dicembre seguiranno la stessa sorte».

Al momento della sottoscrizione del piano di esodo con Poste Italiane, i lavoratori (a livello nazionale sono circa 5.000) avevano una previsione di maturazione dei requisiti alla pensione tra il 2012 e il 2013 con meccanismi differenti: chi per il raggiungimento dei 40 anni di lavoro e chi per effetto dell'età. «Il decreto in discussione in Parlamento ora arriva a scardinare completamente le aspettative di pensionamento di questi lavoratori, che si ritrovano così senza un lavoro e con un buco contributivo che impedisce il raggiungimento dei requisiti minimi per l'accesso alla pensione» continua Turani. Per questo assume ancora maggior importanza lo sciopero di lunedì 19 dicembre, mobilitazione che coinvolgerà tutti i lavoratori di Poste Italiane per le ultime tre ore di ogni turno lavorativo.

Lo sciopero rientra nel pacchetto di iniziative confederali di Cgil, Cisl e Uil contro la manovra del governo Monti. «Poste Italiane spa fino ad ora, nonostante ripetute richieste sindacali di affrontare urgentemente la questione, non ha dato segnali di reale interessamento e, dopo la convocazione di un incontro sul tema fatta per il 14 dicembre, ha rinviato la discussione a data da destinarsi. Con grande disinvoltura prima Poste Italiane invita i propri dipendenti ad uscite anticipate dall'azienda, poi li dimentica quando questi vengono travolti da provvedimenti iniqui: questo rende l'idea di quale sia il clima interno all'azienda italiana più grande, rimasta sullo scenario dei servizi di pubblica utilità» conclude Turani.

© RIPRODUZIONE RISERVATA