La famiglia tipo? Reddito di 2.100 euro
Ma il 5% possiede il 30% della ricchezza

Nonostante la crisi abbia colpito anche i più abbienti (soprattutto sul valore degli immobili) la ricchezza complessiva resta nelle mani di pochi.

Cioè del 5% delle famiglie di Paperoni che ne possiede il 30%. Inoltre il 22,3% degli italiani vive sotto la soglia di 9.600 euro, ovvero sono a basso reddito, malgrado negli ultimi due anni la caduta del reddito dei nuclei familiari si sia arrestato dal calo vorticoso da inizio crisi (-15% tra il 2006 e il 2012).

A fine 2014, e questo è il dato positivo, il reddito medio degli italiani ha arrestato la caduta ed è stato di 2.500 euro al mese circa anche se la mediana (riferita alla famiglia che occupa la posizione centrale della distribuzione, quindi in qualche modo quella più rappresentativa) si ferma a 2.100 euro.

E aumenta anche il gap tra giovani e anziani mentre si assiste anche ad un aumento delle dimensioni del nucleo familiare non tanto per l’arrivo di nuovi nati quanto per l’aggiunta di componenti adulti.

L’analisi sui bilanci delle famiglie italiane e sullo stato di salute dei loro conti arriva dalla Banca d’Italia che ha pubblicato l’indagine al 2014, in un quadro macroeconomico complessivo confermato con un Pil in crescita anche dal Dg di Via Nazionale, Salvatore Rossi, sebbene forse sotto le ultime attese del Governo: +0,8% per il 2015 appare il dato più probabile anche per Palazzo Koch, per poi salire a +1,5% nel 2016.

Il reddito equivalente, che misura il benessere economico tenendo conto della dimensione e della struttura demografica della famiglia, e quindi a differenza del reddito pro capite conta anche le economie di scala nell’uso di risorse (per esempio le abitazioni), è calato ancora negli ultimi due anni (-1,3% tra 2012 e il 2014) anche se molto meno che nel periodo 2006-2012 (-13%).

In questo contesto la flessione riguarda tra il 2006 e il 2012 gli individui tra i 19 e i 54 anni di età mentre negli ultimi due anni la caduta si attenua per tutte le fasce di età tranne tra le persone di 55-64 anni, dove si concentra il fenomeno degli esodati o di coloro che trovano più difficoltà a ricollocarsi in caso di uscita dal lavoro.

Per quanto riguarda inoltre il bonus di 80 euro deciso dal governo il rapporto conferma come le famiglie che dichiarano di averlo percepito affermino anche di averlo consumato in media per il 90% del suo valore. Bankitalia rileva inoltre che alla fine del 2014 la ricchezza netta delle famiglie italiane è in media di 218 mila euro costituita per lo più dall’abitazione principale mentre un terzo di questo patrimonio è ricevuto in eredità.

Se si considera anche la capitalizzazione la quota ereditata dagli italiani arriva a rappresentare più della metà della ricchezza familiare. Tra le altre note positive che emergono dallo studio diffuso da Palazzo Koch c’è quella relativa alla vulnerabilità finanziaria, ovvero l’indice che misura la congiunta presenza di una rata per il rimborso dei prestiti superiore al 30% del reddito e di un reddito monetario inferiore a quello mediano. Nel 2014 è stata in calo: era all’11,4% delle famiglie indebitate e al 2% del totale contro rispettivamente il 13,5 e il 2,6 per cento del 2012.

Negli ultimi 20 anni, emerge infine dall’indagine, i divari di ricchezza tra i più giovani e i più anziani, che riflettono anche il naturale processo di accumulazione dei risparmi si sono progressivamente ampliati: in sostanza la ricchezza media delle famiglie con capofamiglia tra 18 e 34 anni è meno della metà del 1995 mentre quella dei nuclei familiari con capofamiglia con almeno 65 anni è aumentata di circa il 60%.

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