
Economia / Bergamo Città
Giovedì 22 Ottobre 2015
La Cisl lancia l’allarme
«Sempre più badanti in nero»
A Bergamo risultano 11.000 badanti regolari e se ne stimano almeno 20.000 «clandestine».
Bergamo
«È in atto uno spostamento verso il nero, continuo e costante, nel campo del lavoro privato di cura. Sempre più badanti “spariscono” dal censimento delle centrali di gestione del lavoro, andando a rinforzare l’esercito di clandestini, evasori fiscali a tutti gli effetti». Onesto Recanati, responsabile nella segreteria della Fnp Cisl di Bergamo dell’area Welfare, non usa giri di parole nell’analisi dei dati forniti dal servizio Colf&Badanti della Cisl e di Apicolf Bergamo.
«Una tendenza che prosegue dal 2012. Speriamo sinceramente che la nuova legge sulla cura familiare della Regione Lombardia, pur tra mille contraddizioni, possa porre un freno a questo andazzo, e porti professionalità e regole certe in questo settore sempre più importante nella nostra società e nella nostra economia».
In provincia di Bergamo ci sono 325.472 abitanti con un’età superiore ai 65 anni, più del 30% della popolazione totale. Di questi, si può facilmente stimare che quasi 60.000 siano non autosufficienti. Se si aggiungono gli anziani che vivono soli o quelli che per motivi «passeggeri» hanno bisogno di sostegno, si può facilmente comprendere come il problema dell’assistenza sia uno degli aspetti più importanti nella discussione politica e sociale. La Regione Lombardia ha cercato di muovere alcuni passi, promulgando la legge 15, «Interventi a favore del lavoro di assistenza e cura degli assistenti familiari», nella quale si possono ritrovare spunti cari alle sigle sindacali che da tempo si battono per una regolamentazione del lavoro di cura e per un intervento di sostegno alle famiglie.
«Abbiamo salutato con interesse l’approvazione della legge – dice Recanati -, adesso vorremmo capire quali gambe verranno date alla stessa, dal momento che il provvedimento regionale è stato finanziato con 700.000 €, che ripartiti sul centinaio di ambiti territoriali della Lombardia equivarrebbero a 7000 € a testa». Eppure, le ambizioni della «15» sono notevoli, a partire da quella dell’emersione dal nero di un vero e proprio esercito di badanti, soprattutto straniere, che da qualche anno sostengono le famiglie nella cura degli anziani.
Negli archivi del servizio COLF & Badanti della CISL figurano, nell’anno 2013, 1615 contatti, scesi a 1585 lo scorso anno. Tra i dati forniti da APICOLF, invece, la discesa del «lavoro regolare» è censita dal 2012. Erano 779 tre anni fa, 614 nel 2013 e 411 nel 2014. Tra gli altri obiettivi della Regione, creare corsi di formazione per le badanti; istituire un albo professionale delle assistenti familiari e aprire sportelli per favorire l’incontro tra domanda e offerta di lavoro. «Tutto questo lavoro ricadrà inevitabilmente sugli ambiti e sui comuni – insiste Recanati -, e la Regione pensa di favorirli con 7000 euro a ambito? Non crede che il lodevole impegno di far emergere il nero, si scontrerà con le esigenze delle famiglie che non riusciranno a sostenere una spesa “regolamentata e qualificata professionalmente”? Non inseguiamo certo le voglie di evadere il fisco ben presenti in questo settore (sia da parte delle famiglie, che delle badanti, che hanno ben imparato a sfruttare le pieghe delle assistenze sociali), ma è innegabile che senza incentivi fiscali o “in contante”, un lodevole obiettivo come questo finirà per scontrarsi con cinismi e interessi personali certamente meno nobili».
A tal proposito, dunque, va ricordato che i comuni lombardi servivano attraverso l’assistenza domiciliare socio – assistenziale l’1,8% degli anziani nel 2009, quota scesa all’1,4% nel 2012.Tra le pieghe della legge regionale, la Fnp Cisl bergamasca, comunque, trova altre pecche. Prima fra tutte, l’anticipazione della «resa» del pubblico nel campo dell’assistenza domiciliare. «Suona preoccupante l’idea da parte della Regione di liberare le Asl, alla vigilia della nuova regolamentazione territoriale, di un’incombenza pesante come quella dell’Adi e del Sad, in pratica legittimando il privato ad arrangiarsi. Questa “pratica” si aggiunge alle liste d’attesa per le RSA che, nel 2014, vedevano Bergamo primeggiare in regione con oltre 7000 domande giacenti».
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Luca Pedrali
9 anni, 6 mesi
Pensate che business!! e non lasciano un euro in Italia. Ogni paese dovrebbe fare una cooperativa di servizi con soci il comune, personale e offrire un assistenza di 12 o 24 ore a seconda delle richieste . Quante donne e no italiane che sono disoccupate/i potrebbero trovare lavoro , senza spostarsi e facendo del bene ai nonni e alla loro e nostra economia italiana! Certo non si possono chiedere 100 euro a notte per assistere ....
Francesco Rozzoni
9 anni, 6 mesi
Sono pienamente d'accordo con il sig.Facchetti, per esperienza personale, pur essendo nordico e per niente schiavista , così come ci appella il sig.Falcone (tipicamente acido e molto avverso nei confronti dei nordici: magari è del sud e pure sindacalista). Una volta messe in regola, diventa un serio problema cambiare colf, nel momento in cui non si va più d'accordo: ed è lo stesso annoso problema dell'articolo 18, famoso per aver fatto scappare dall'Italia diverse multinazionali. Chiaramente il sindacato non tollera, visto che non incassa.
daniele mainardi
9 anni, 6 mesi
Le badanti in regola? Perchè non si dice che fine fanno i contributi INPS che vengono versati dal datore di lavoro (famiglia)? Sono praticamente tutte straniere, tipicamente si fermano qui solo alcuni anni e poi ritornano al loro Paese di origine, non maturano mai l'anzianità contributiva, ovviamente, e non avranno mai nessuna pensione: guadagno netto per lo Stato italiano, cavolo che businness, senza poi erogare alcun servizio..., troppo comodo così per lo Stato, perchè questi contributi, al ritorno della badante al proprio Paese non vengono restituiti al datore di lavoro? Va bene mettere in regola e chiedere correttezza da parte di famiglie e lavoratrici straniere, ma allora forse occorre ripensare regole corrette anche da parte dello Stato. E non parliamo poi se lo stipendio pagato alla badante finisce in qualche "Redditometro" della famiglia, non basta il sacrificio, anche la beffa.
GIOVANNI ATTINA'
9 anni, 6 mesi
Ecco dove dissento dalla Cisl e dai sindacati in genere: si preoccupano delle badanti in nero ma dei diplomati e laureati, magari in nero, o sottopagati non si pongono il problema.
Pierluigi Brignoli
9 anni, 6 mesi
le cose non sono mai completamente bianche o nere. Esistono parecchi italiani che si comportano da veri e propri sfruttatori ed esistono parecchi stranieri che una volta messi in regola sono peggio dei nostri sindacalisti. Anni fa presi una persona per assistere mio padre. Era un immigrato dal sudamerica che mi raccontò che in 10 anni in Italia mai era riuscito ad avere un posto a tempo indeterminato. Inizialmente mi implorò di prenderlo dicendo che era disposto a lavorare perfino per 500-600 € + vitto e alloggio. Dopo 2 mesi lo assunsi regolarmente ( 950 € nette + vitto e alloggio) ma dopo alcuni mesi arrivai a rimpiangere di averlo fatto. Le pretese erano continue e sempre maggiori. Conosceva ogni minimo dettaglio del diritto e sembrava di avere a che fare con quei sindacalisti per cui i datori di lavoro sono solo "padroni sfruttatori"
Ermanno Cornelli
9 anni, 6 mesi
Gli allarmi CISL sono fuori dalla realtà, c'è il problema del vecchietto, dove lo metto? Non ci sono strutture di ricovero e i soldi sono quelli che sono? Si prende in nero una donna slava, vitto e alloggio a € 500,00/mese ce la facciamo oltre no. Con le tabelle fatte da loro, ma i soldi non sono loro, costa € 2.000,00/mese e non si prendono in due a lavorare!
9 anni, 6 mesi
giusto, quando poi toccherà a te far valere alcuni diritti minimi e pretendere un salario/lavoro dignitoso, non lamentarti correndo da loro
stefano cortesi
9 anni, 6 mesi
Perfetto il commento di Fabio Ferrari. Ho vissuto di persona la regolarizzazione! NON ESPRIMO IL COMMENTO!
ivan milesi
9 anni, 6 mesi
Ci sono pure diversi schiavisti che se ne approfittano, ben vengano le denunce ai sindacati. Il lavoro si paga sempre. Negrieri!
Fabio Ferrari
9 anni, 6 mesi
Purtroppo questo deve essere l'unico paese sulla faccia della terra dove è complicato essere in regola con i vari adempimenti fiscali. Continuate così che vedrete "il nero" quali vette raggiungerà e i sindacati non pensino di spuntarla con quelli importati con i barconi, quando avranno imparato le vostre lezioni sul come avere diritti ed evitare i doveri. Vi daranno un bel calcio nel c..o, unica cosa che da un pò di anni a questa parte meritate.
Marco Cacopardo
9 anni, 6 mesi
Immagino che l'articolo si riferisca soltanto a badanti CEE. Nel caso di extracomunitari senza permesso di soggiorno per motivi di lavoro mi sembra impossibile assumerli in modo regolare. E' chiaro quindi che la normativa italiana favorisce la clandestinità.
Giacomo Nicoli
9 anni, 6 mesi
La badante in nero costa meno, se poi è anche clandestina, meglio ancora. Qui siamo tutti "evasori", dal primo all'ultimo. E' ora di finirla di pensare che a evadere le tasse siano sempre gli altri.
valter benzoni
9 anni, 6 mesi
Ancora una volta si scopre l'acqua calda!!!
pierluigi facchetti
9 anni, 6 mesi
Uno dei motivi del nero è che se vuoi licenziare la colf in regola te la devi poi vedere coi sindacati. Allora meglio il nero e che i sindacalisti piagnucolino fin che vogliono.
9 anni, 6 mesi
Diciamo che, oltre all'indiscussa burocrazia, la gente del nord tanto ligia all'onestà, preferisce risparmiare e schiavizzare i tanti stranieri di cui solitamente si lagna......poi son gli stessi che vorrebbero più diritti....bah