Economia / Hinterland
Martedì 29 Settembre 2009
La Cisl contro la chiusura
e i forti ridimensionamenti
«Il piano industriale 2010-2011 presentato il 28 settembre dalla direzione Tenaris Dalmine al coordinamento sindacale degli stabilimenti di Dalmine, Costa Volpino, Arcore e Piombino, prevede una pesante ricaduta occupazionale su tutti i siti italiani: 1024 le eccedenze occupazionali dichiarate su 2814 lavoratori attualmente in forza». Anche il coordinatore nazionale della Fim-Cisl della Tenaris Dalmine, Ferdinando Uliano, e il segretario nazionale Fim -Cisl e responsabile del settore siderurgia, Marco Bentivogli, intervengono dopo l'annuncio dell'azienda.
«Gli investimenti previsti dal piano, pari a 114 milioni di euro, rappresentano certamente - scrivono - un aspetto positivo, ma le scelte industriali e organizzative, attuate in un contesto di mercato globale caratterizzato da un calo della domanda e un aumento della capacità produttiva, determinano un eccessivo costo sociale e una messa in pericolo delle prospettive future di alcuni stabilimenti.
Giudichiamo negativamente la prospettata chiusura dello stabilimento di Piombino, motivata dalla direzione aziendale con il calo produttivo, ma soprattutto con l'insostenibilità economica della richiesta del ministero dell’Ambiente di danni ambientali e bonifiche, pari a circa 25 milioni di Euro per il periodo in cui la proprietà era in capo all'IRI. Riteniamo indispensabile mettere in campo tutte le iniziative necessarie, per scongiurare la chiusura del sito di Piombino e per garantirne le prospettive industriali e occupazionali.
A tal fine, chiederemo urgentemente un incontro al Ministero delle Attività produttive e dell’Ambiente. I pesanti ridimensionamenti previsti per le attività produttive di Costa Volpino e il graduale disimpegno per le attività dello stabilimento FAPI di Dalmine, presentano forti interrogativi sulle prospettive future di questi siti.
Riteniamo inoltre eccessiva la riorganizzazione delle aree a caldo e freddo di Ftm di Dalmine (Fabbrica Tubi Medi) e la razionalizzazione degli organici per tutti gli altri siti produttivi, servizi e strutture impiegatizie, che denotano da parte di Tenaris una visione troppo pessimistica dell'andamento dei mercati mondiali nei prossimi anni.
Le 10 ore di sciopero dichiarate dal Coordinamento sindacale unitario e gli incontri previsti nel mese di ottobre hanno l'obiettivo di aprire un confronto serrato sul piano per modificare l'impostazione aziendale, e garantire le prospettive industriali e i livelli occupazionali, oggi fortemente messi in pericolo, e soprattutto per impedire processi di espulsione senza prospettive di sicurezza economica e occupazionale per i lavoratori Tenaris».
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