La cessione del Brescia Calcio:
Ubi Banca vuol vederci chiaro

Toh, chi si rivede. Avevamo lasciato Giampietro Manenti alle prese quest’estate con la scalata (mancata) alle Cartiere Pigna, lo ritroviamo all’assalto del Brescia Calcio, con la «benedizione» dell’attuale patron Gino Corioni.

Toh, chi si rivede. Avevamo lasciato Giampietro Manenti alle prese quest’estate con la scalata (mancata) alle Cartiere Pigna, lo ritroviamo all’assalto del Brescia Calcio, con la «benedizione» dell’attuale patron Gino Corioni, che però, dopo un primo slancio iniziale, ora è in fase di riflessione.

In pratica il presidentissimo attende rassicurazioni prima di arrivare a una possibile cessione del club. La storia del bergamasco (Manenti è originario di Cividate al Piano) che vuol comprarsi il Brescia, per giunta attraverso le casse di Ubi, stuzzica non poco la fantasia di due tifoserie che si detestano da sempre, ma soprattutto ha messo in agitazione l’establishment finanziario della città della Leonessa.

La parola sulla bocca di tutti è: vediamoci chiaro. La cordata che Manenti rappresenta attraverso Mapi Group, con finanziatori che vanno dalla Slovenia alla Russia, è realmente solvibile? Se lo chiede innanzitutto il padre-banchiere della città, nonchè tifoso storico, Giovanni Bazoli ,che già una volta su richiesta diretta di Corioni, organizzò una cordata di imprenditori bresciani per rilevare la società.

Allora l’affare sfumò, ma il presidente del Consiglio di sorveglianza di Intesa Sanpaolo continua a seguire con trepidazione i destini del club, affidando, con un appello, proprio ad Ubi il compito di verificando la serietà dei programmi e dei progetti dei compratori. Piccolo particolare: il Brescia Calcio è esposto verso il suo sponsor storico Ubi per 12 milioni di euro.

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