Economia / Isola e Valle San Martino
Giovedì 28 Novembre 2013
Iper Orio, firmato l’accordo:
in 260 a orario ridotto del 35%
Si chiude con la firma di giovedì pomeriggio all’Arifl, l’Agenzia Regionale per l’Istruzione, la Formazione e il Lavoro di Milano, la complicata vertenza dell’Iper all’interno di Oriocenter dove a rischiare il posto erano in 120 per la chiusura del secondo piano del punto vendita.
Si chiude con la firma di giovedì pomeriggio all’Arifl, l’Agenzia Regionale per l’Istruzione, la Formazione e il Lavoro di Milano, la complicata vertenza dell’Iper all’interno di Oriocenter dove a rischiare il posto erano in 120 per la chiusura del secondo piano del punto vendita.
Dopo mesi di trattativa, il 13 novembre scorso tra sindacati e direzione del grande magazzino era stata raggiunta un’ipotesi di accordo poi validata dalle assemblee dei lavoratori il 20 novembre. Giovedì pomeriggio a Milano, i sindacalisti diCgil, Cisl e Uil, le Rsa e i rappresentati di Iper hanno chiuso la vertenza evitando gli esuberi e optando per l’avvio di un Contratto di Solidarietà.
“Dal 1° gennaio, infatti, verrà avviato un Contratto di Solidarietà per circa 260 lavoratori, per la durata di due anni, con una riduzione media dell’orario di lavoro del 35%”. Lo ha spiegato fa Romeo Lazzaroni, segretario generale provinciale della Filcams.
“Trenta lavoratori a partire da gennaio hanno accettato un trasferimento in altri punti vendita, quelli di Brembate e di Busnago. Si apre anche la possibilità di mobilità volontarie entro il 31 dicembre. Ora ci attende tutta la gestione dello strumento della solidarietà, con la riorganizzazione del lavoro su un solo piano, vista la chiusura del secondo”.
Il secondo piano dell’ipermercato, infatti, dovrà essere sgomberato entro il 1° febbraio 2014.
All’inizio del maggio scorso la direzione di Iper Orio aveva confermato ai sindacati le voci che già da qualche tempo circolavano sul destino dell’ipermercato. I sindacati di Bergamo avevano chiesto un incontro per avere qualche certezza rispetto alle indiscrezioni che continuavano a circolare fra i 344 lavoratori allora in organico. La proprietà era alla ricerca di un acquirente, ma proprio perché ancora non c’era nessuno interessato all’acquisto si comunicò l’intenzione di chiudere una parte dell’ipermercato.
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