Intesa, accordo sui lavoratori Ubi
Cinquemila uscite, 2.500 assunzioni

Lo si legge in una nota Fabi secondo cui le uscite saranno scaglionate dal 2021al 2023, mentre le assunzioni saranno effettuate entro il 2023.

Firmato nella notte tra martedì 29 e mercoledì 30 settembre, l’accordo tra la Fabi e le altre organizzazioni sindacali con il gruppo Intesa Sanpaolo per l’integrazione con Ubi, che prevede 5.000 uscite volontarie e 2.500 assunzioni. Lo si legge in una nota Fabi secondo cui le uscite saranno scaglionate dal 2021al 2023, mentre le assunzioni saranno effettuate entro il 2023. Le assunzioni, nel dettaglio, saranno realizzate entro il 31 dicembre 2023. L’accordo consente anche l’utilizzo delle norme relative a «Opzione donna» e «Quota 100».

In particolare, spiega il sindacato, le assunzioni saranno effettuate «con attenzione al supporto alla rete chiesta dal sindacato e alle zone svantaggiate del Paese, alla stabilizzazione dei tempi determinati in servizio alla data di firma dell’accordo e ai lavoratori collocati nella Sezione emergenziale del Fondo di solidarietà di settore». Per quanto riguarda le uscite, che saranno gestite con pensionamenti e prepensionamenti solo su base volontaria, è prevista una dettagliata tabella di marcia che tiene conto della maturazione dei requisiti pensionistici in relazione al quale andrà presentata la domanda entro precisi termini.

«Abbiamo prestato la massima attenzione verso i lavoratori Ubi che saranno ceduti a Bper, anche loro, se lo vorranno, potranno accedere al piano delle uscite. Nell’ambito delle assunzioni abbiamo impegnato la banca a valorizzare la rete, oggi particolarmente sotto pressione, e verso le zone svantaggiate del Paese nonché verso il colleghi del settore che hanno perso il posto di lavoro ed ora si trovano nel Fondo emergenziale». dichiara il segretario nazionale Fabi e coordinatore del gruppo Intesa, Giuseppe Milazzo.

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