Economia / Bergamo Città
Martedì 01 Aprile 2014
«In Camera fatto gioco di squadra
Futuro? Vorrei un candidato unico»
Prima di ricevere il cronista rivede gli appunti di 4 anni da padrone di casa di largo Belotti: sono stati intensi, frenetici, in alcuni momenti drammatici. Gliene manca uno a Paolo Malvestiti, per chiudere il suo mandato da presidente della Camera di commercio
Arriva in auto da Milano e prima di ricevere il cronista rivede gli appunti di 4 anni da padrone di casa di largo Belotti: sono stati intensi, frenetici, in alcuni momenti drammatici per la crisi in corso. Gliene manca uno a Paolo Malvestiti, per chiudere il suo mandato da presidente della Camera di commercio: il primo, ma non è detto che sia l’ultimo.
Ha ereditato una situazione tragica sul fronte produttivo: adesso qualche spiraglio di luce si comincia a vedere...
«Vero, però è stato fondamentale riuscire a non perdere la bussola nei momenti più bui, quando tutte le certezze economiche legate al nostro territorio sembravano essere cadute. Adesso proviamo a ripartire, con tanta prudenza ma con una volontà assoluta di riguadagnare posizioni».
Quale l’errore da non commettere in vista di Expo?
«Far prevalere l’individualismo, presentarsi in ordine sparso. Ma vedo che il messaggio è già stato recepito: Bergamo sta dando prova di compattezza e di unità d’intenti, sapendo che qualsiasi eccellenza o valore del singolo potrà andare a vantaggio di tutti».
Nel 2015 non ci sarà solo l’Expo: due mesi prima la Camera di commercio rinnoverà la sua governance: Malvestiti ha voglia di riprovarci?
«Non la metterei in questo modo: diciamo che se le forze che compongono la Camera me lo chiedessero, non direi di no. Ma sarei anche pronto, in caso contrario, a fare un passo indietro, senza nessuna polemica».
Non auspica l’ipotesi, sempre rincorsa, ma mai realizzata recentemente, del candidato unico?
«Proprio così. In momenti di crisi così acuta, certe contrapposizioni sono anacronistiche. Inoltre anche all’esterno una bagarre per la conquista di largo Belotti sarebbe un messaggio sbagliato»
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