Il Gigante, a dicembre sarà sciopero
60 lavoratori coinvolti nella Bergamasca

Non solo blocco delle ore straordinarie e supplementari, ora si annuncia anche uno sciopero unitario per dicembre.

Le lavoratrici e i lavoratori de Il Gigante di tutta la Lombardia stanno organizzando una giornata di mobilitazione (ancora una data non è stata fissata) che in provincia di Bergamo coinvolgerà circa 60 dipendenti, cioè chi lavora nel punto vendita di Bottanuco più alcuni lavoratori distaccati e al momento collocati nei punti vendita di Albino e Bergamo.

Contro la volontà aziendale di stravolgere i contenuti del contratto integrativo (su cui la discussione fra sindacati e azienda si è fermata) era stato avviato il 21 settembre scorso uno stato di agitazione con il blocco delle ore straordinarie.

La trattativa sull’integrativo si è interrotta bruscamente il 18 settembre a fronte delle richieste dell’azienda di ridurre in maniera drastica e generalizzata le condizioni economiche e normative del contratto: ad esempio l’azienda ha chiesto la trasformazione del premio di produzione fisso in premio variabile, la ridiscussione dei buoni pasto, l’eliminazione dei trattamenti migliorativi (rispetto al Contratto nazionale) in materia di pause, malattia, maggiorazioni dei giorni festivi del mese di dicembre, ma anche la definizione di un codice di autoregolamentazione della Legge 104 (permessi per assistenza a persone con disabilità) e la previsione di trasferte ancora più flessibili.

«La disponibilità dimostrata dalle organizzazioni sindacali territoriali e regionali e dai delegati è stata ampia, nonostante le difficoltà - è tornato a dire oggi pomeriggio Mauro Rossi della Filcams-Cgil di Bergamo, presente alla trattativa -. Eravamo disponibili a confrontarci su tutti i temi, ma abbiamo chiesto che venisse esclusa sin da subito la richiesta di trasformare in variabile il premio di produzione che oggi è fisso e ormai consolidato in busta paga da decenni. L’azienda, però, ha deciso di interrompere il confronto e ha lasciato il tavolo. Non sappiamo ora come il Gigante intenderà procedere, ma riteniamo comunque grave ed inaccettabile quanto accaduto. L’azienda, di fatto, sta cercando di abolire quarant’anni di contrattazione integrativa, volendo far pagare ai lavoratori sia un recupero di redditività aziendale che il costo dei prossimi aumenti del Contratto nazionale».

Lunedì scorso, 19 ottobre, si è svolto l’attivo regionale unitario delle delegate e delegati e delle strutture sindacali di Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltucs-Uil della Lombardia: l’assemblea ha evidenziato lo stato di malessere generale che le lavoratrici e i lavoratori del Gigante vivono ogni giorno sul proprio luogo di lavoro.

«Alle pretese aziendali si è contrapposta la necessità di discutere di organizzazione del lavoro e degli orari perché temi così importanti vengono gestiti quotidianamente dai vari responsabili di negozio e/o di reparto in modalità di emergenza, un’ora per l’altra e un giorno per l’altro» si legge in una nota unitaria regionale. «Per questi motivi il Coordinamento esprime che non è più sopportabile questa impostazione di disorganizzazione aziendale! Questo è il vero nodo da cui partire e su cui impostare un confronto incisivo e serio. Le lavoratrici e i lavoratori de Il Gigante meritano di meglio, per questo il Coordinamento ribadisce con forza all’azienda che ci sono delle proposte riguardanti l’organizzazione del lavoro e degli orari, la formazione del personale, la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro e la discriminazione di genere».

«Quest’ultimo argomento ha un’importanza particolare, infatti siamo in presenza di un’azienda che occupa prevalentemente personale femminile relegato nei livelli di inquadramento più bassi, con prestazioni orarie ridotte e con scarsissime possibilità di crescita professionale. La maternità non è considerata un valore ma una malattia al termine della quale la madre lavoratrice rientrata in azienda troverà solo ostacoli a qualsiasi prospettiva di miglioramento lavorativo. Sul tema della formazione aziendale si è già espresso al Gigante la necessità di discutere congiuntamente su una materia così importante, non si è semplicemente notai che sottoscrivono decisioni prese da altri senza nessun tipo di confronto. Non ci siamo mai sottratti alla discussione, per quanto difficile possa essere, ci auguriamo che anche il Gigante voglia percorrere questa strada!».

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