Il caso degli investimenti in diamanti
Allerta tra i risparmiatori orobici

Allerta massima per molti risparmiatori di Bergamo che hanno investito negli anni scorsi in diamanti.

Un investimento sicuro, in un bene rifugio, avevano detto in banca. In realtà le cose si sono complicate, soprattutto a partire dallo scorso anno, al punto che alcune delle persone che hanno investito nelle pietre preziose non riescono ad avere risposte certe sulla situazione attuale.

L’ottobre scorso l’Antitrust ha multato le due società specializzate nella vendita di diamanti - l’Intermarket diamond business (Idb) di Milano e la Diamond private investment di Roma -insieme agli istituti di credito con i quali operavano, Unicredit e Banco Bpm (per Idb), Intesa Sanpaolo e Mps (per Dpi), per un totale complessivo di oltre 15 milioni. L’Antitrust ha stabilito che le modalità d’offerta dei diamanti sono state gravemente ingannevoli, che i prezzi di vendita dei diamanti sono stati ampiamente superiori al reale valore delle pietre con una perdita molto importante per gli investitori. Inoltre, che gli istituti di credito, con il loro comportamento durante la trattativa, hanno indotto i clienti ad acquistare i diamanti sulla fiducia senza effettuare ulteriori accertamenti.

«Secondo le nostre stime gli investitori bergamaschi coinvolti sarebbero diverse centinaia» spiega Gabriele Forcella, uno dei legali dell’Unione bergamasca consumatori alla quale si stanno rivolgendo diversi clienti delle banche che hanno consigliato l’acquisto di diamanti.

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