Il 63% delle pensioni sotto i 750 €
A Bergamo il 64% superiore a 1.000

Secondo le cifre diffuse mercoledì 30 marzo dall’Inps, attraverso le statistiche dell’Osservatorio delle pensioni, il 63,4% degli assegni pensionistici (cioè 11,5 mln) è inferiore a 750 euro. Per le donne, oltre i tre quarti del totale (il 77,1%) sono inferiori a questo ammontare.

«Bisogna fare molta attenzione a maneggiare queste cifre perché una premessa è d’obbligo: un conto è il numero degli assegni pensionistici staccati, un altro è quanto percepisce davvero ogni singolo pensionato. Infatti, ogni individuo può percepire più di un assegno: a Bergamo la media è di 1,38 pensioni per ciascun pensionato» ha puntualizzato poco fa Gianni Peracchi, segretario generale provinciale dello Spi-Cgil.

Circa 10 mesi fa, lo Spi-Cgil provinciale ha presentato una fotografia, anzi una vera e propria panoramica dettagliata sul mondo dei pensionati a Bergamo e in provincia, attraverso un’indagine commissionata all’associazione Ires Morosini e curata da Francesco Montemurro e Stefano Menegat.

«Per la prima volta abbiamo cercato, con quell’indagine, di capovolgere la prospettiva: non focalizzandoci sulle pensioni ma sui pensionati - continua Peracchi -. Dai risultati è emerso che le pensioni reali nella nostra provincia, pur avendo valori medi inferiori ad altri territori, sono di buon livello: il 64% dei pensionati percepisce assegni superiori a 1.000 euro (il 41% superiori a 1.500 euro), il 35% meno di 1.000 euro (il 10% meno di 500)».

Fra gli altri elementi evidenziati dalla ricerca Spi-Cgil c’è il fatto che «il 10,44% dei pensionati lombardi si trova a Bergamo e pur essendo la provincia mediamente più giovane registra un’alta percentuale di pensionati. La percentuale sul totale della popolazione bergamasca è del 19,9%, più alta della media nazionale (…)» si legge nella sintesi della ricerca.

«Inoltre, solo 59 pensionati su 100 vivono in coppia, 41 su 100 da soli. La Lombardia è stata tra le regioni più colpite dalla crisi ma per gli alti livelli economici pre-crisi presenta un dato sui redditi ancora buono. Nel nord Italia i pensionati e gli anziani sono meno ‘poveri’ (Istat 2014) degli individui in età da lavoro ma registrano un alto indice di rischio vulnerabilità, anche in ragione della perdita del potere d’acquisto degli ultimi anni (…). Pur non essendo tra le più colpite dalla crisi, quella degli anziani ora è una categoria ad alto rischio sociale sia per la tendenza alla vendita dell’abitazione di proprietà (Cariplo 2014), sia per la presenza di anni di disabilità in quelli della speranza di vita; 11.000 sono i non autosufficienti a Bergamo e il 6% della popolazione sopra i 65 anni è affetta da demenza senile o Alzheimer».

«Al di là dei crudi numeri, i pensionati italiani e bergamaschi hanno diritto, come da anni chiediamo, a un più equo trattamento economico che si mantenga nel tempo - conclude Peracchi -. Al tavolo di discussione aperto a livello nazionale col Ministero del Lavoro abbiamo, infatti, chiesto unitariamente, tra le altre rivendicazioni, tutele economiche per le pensioni basse ma anche un sistema di rivalutazione maggiore per quelle sopra tre volte il minimo, bloccate dalle Finanziarie degli ultimi anni».

La Cgil ricorda che il primo appuntamento di mobilitazione sul tema delle pensioni è fissato per sabato 2 aprile con presidi in tutte le province: a Bergamo il presidio di Cgil, Cisl e Uil si terrà dalle ore 9 alle 12 davanti a Palafrizzoni.

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