
Anche nel regno del mattone insomma, la parola d’ordine sembra essere «fare sistema». E Bergamo intende imporre un proprio «modello» che se vincente, potrebbe poi trovare proseliti anche nel resto della Lombardia e dell’Italia. Nelle prime settimane di quest’anno nascerà infatti la «Casa delle Professioni Immobiliari», grande e originale contenitore promosso da Appe Confedilizia che comprenderà non solo tutte (o quasi) i professionisti delle varie organizzazioni (oltre ad Appe, Ascom Fimaa, fino ad Anama Confesercenti), ma con vocazione di vera consulta immobiliare, aperta a tutti i professionisti della filiera. «È un’idea che ci è venuta proprio assistendo a questa debàcle finanziaria che sembra poter travolgere tutto e tutti - spiega Gianfederico Belotti, presidente dell’Osservatorio immobiliare europeo, tra gli animatori del progetto -: noi crediamo che l’unico modo per opporsi all’emergenza sia quello di unire le forze e presentarci alla clientela con grande professionalità e competenza, in modo da evitare speculazioni che sarebbero devastanti in un momento già critico come questo».
Ecco perché Belotti chiama a raccolta tutti i professionisti del settore: «Questa "Casa" può già contare su centinaia di soci e costituirà un progetto pilota per l’Italia: il messaggio è quello di superare le sigle per fare sistema. Per questo al suo interno troveranno spazio anche costruttori, promotori immobiliari, intermediari, amministratori, geometri, ingegneri e architetti. Pensiamo che insieme, ognuno con le sue competenze, si possa essere più competitivi sul mercato. Inoltre vogliamo recarci in Camera di commercio per unificare i listini immobiliari, agevolando la clientela e snellendo le procedure». Dopo la fondazione entro febbraio, il debutto per la Casa delle Professioni Immobiliari sarà l’«Expo real estate and tourism» primo salone nazionale che si occuperà del mercato delle seconde case, che si terrà a marzo alla Fiera Nuova e costituirà il battesimo anche operativo dell’organizzazione.
«Questo nuovo strumento - spiega Luciano Patelli presidente di Fimaa Ascom - dovrebbe agevolare la clientela e porre finalmente fine a una rivalità, spesso sterile tra agenti e agenzie. Solo unendo le forze si potrà superare un calo di vendite, che nella nostra provincia sta già toccando il 20-30% in meno anche solo rispetto all’inizio 2008. Quante volte è capitato di avere il cliente giusto per l’immobile di un concorrente: allargare la visione di mercato farà bene a tutti e non disperderà più energie».
Sul fronte dell’operatività, il direttore Appe Antonello Pagani precisa che «questo nuovo contenitore non si mette certo in concorrenza con le organizzazioni, perché non intende fare sindacalismo. La nostra è una rivoluzione culturale, di idee, promossa da Appe Confedilizia, che propone un modo nuovo di porsi alla clientela, senza più steccati, con servizi innovativi, una banca dati che metta in rete tutti gli immobili della provincia e una grande interattività con la clientela».
«Questa Casa comune, che peraltro è frutto già di collaborazioni precedenti - aggiunge Mario Medini, presidente di Anama Confesercenti -: vuol essere una sorta di barriera anticrisi, una testa pensante per contrastare meglio i problemi del settore immobiliare. Una maggior unità d’intenti penso possa fare solo bene: in questa fase il cliente è spesso disorientato e vuole trasparenza, a cominciare da un atteggiamento serio nelle quotazioni dell’immobile».(04/01/2009)
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