Galizzi, presidente di Confindustria:
crisi finita a Bergamo ma persi alcuni pezzi

«A Bergamo la crisi è finita, anche se abbiamo perso alcuni pezzi». La considerazione arriva alla fine della lunga chiacchierata con il presidente di Confindustria Bergamo, Ercole Galizzi, che si sta preparando all’ultima assemblea pubblica da numero uno di via Camozzi.

Mancano alcuni mesi alla fine del mandato e in agenda c’è parecchia carne al fuoco: dalla nuova sede al Rapporto Ocse da far decollare, dall’Industria 4.0 ai progetti di filiera per le piccole imprese. Qualche bilancio, però, si può cominciare a delineare. E quello sullo stato dell’economia provinciale è tutto sommato positivo, pur con qualche distinguo. «La crisi è finita», infatti, vale per il manifatturiero. «Non dimentichiamo che siamo la seconda potenza industriale in Europa davanti a regioni tedesche».

A dirlo è uno studio sulle imprese iscritte a Confindustria Bergamo nel periodo 2008-2015 che sarà presentato lunedì. «La nostra base associativa ha recuperato i valori della produzione pre 2007», spiega Galizzi. E su 15 mila posti di lavoro persi, dice l’analisi, 7.500 sono stati rimpiazzati, anche grazie a nuove iniziative.

Presidente, a ottobre 2013, lanciò la sfida sul lavoro: «Creare occupazione». Tre anni dopo che bilancio fa? «Questi tre anni sono stati positivi rispetto alle presidenze Mazzoleni e Barcella che hanno visto la parte peggiore della crisi. Abbiamo perso il 20% della nostra produzione e l’edilizia soffre ancora. Ma nell'industria in senso stretto sì, si sono creati posti di lavoro».

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