Fisco, il mirino punta verso i maxi evasori
Mano soft su errori e piccoli importi

La svolta nei controlli: basta caccia agli errori ed ai recuperi di basso importo il cui livello sarà valutato a seconda delle diverse situazioni.

Il fisco «dovrà affinare sempre di più la qualità dei controlli, evitando lo spreco di energie in contestazioni puramente formali o di ammontare esiguo e concentrandosi piuttosto su concrete e rilevanti situazioni di rischio». È un passaggio dell’ultima circolare dell’Agenzia delle Entrate che «ridisegna» i controlli con una vera e propria «rivoluzione». Quindi: basta caccia agli errori ed ai recuperi di basso importo il cui livello sarà valutato a seconda delle diverse situazioni. Le presunzioni fissate dalla legge, ad esempio gli studi di settore, a salvaguardia della pretesa erariale «devono essere applicate dagli uffici secondo logiche di proporzionalità e ragionevolezza, ricorrendo in via prioritaria alla collaborazione del contribuente ed alle dimostrazioni addotte per giustificare eventuali anomalie», scrive l’Agenzia delle Entrate nell’ultima circolare.

E «per cambiare “verso” bisogna cambiare mentalità, cambiare approccio, bisogna “mettersi nei panni“ dell’altra parte – scrive il direttore dell’Agenzia delle Entrate Rossella Orlandi in una lettera ai dipendenti – Questo significa che l’obbligo fiscale non deve essere fatto pesare in termini di adempimenti inutili ripetitivi e defatiganti, di burocrazia, di regole incomprensibili; che il rigore non va confuso con l’arroganza, di cui anzi è l’antitesi; che uno sgravio o un rimborso sulla cui spettanza non vi siano dubbi devono essere eseguiti senza indugi o ritardi; che, in sede di accertamento con adesione, le proposte dell’ufficio non devono essere prospettate come un minaccioso ultimatum ma sempre nell’ottica della corretta e civile dialettica tra le parti; che se da una verifica non emergono fatti o elementi concreti da contestare, occorre evitare la ricerca a ogni costo di infrazioni formali da sanzionare solo per evitare di chiudere negativamente la verifica stessa; che il fine non giustifica i mezzi, nel senso che la necessità di raggiungere gli obiettivi non deve mai scalfire la qualità del nostro lavoro».

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