Fema, i lavoratori bloccano
l'esproprio Inps dei macchinari
«Abbiamo vinto la battaglia, ma la guerra non è ancora finita». Massimo Lamera, della Fim Cisl, sintetizza così la giornata di fuoco vissuta davanti i cancelli della Fema, l'azienda di Cortenuova che dovrebbe subire un esproprio dei macchinari.
«Abbiamo vinto la battaglia, ma la guerra non è ancora finita». Massimo Lamera, della Fim Cisl, sintetizza così la giornata di fuoco vissuta davanti i cancelli della Fema, l'azienda di Cortenuova che dovrebbe subire un esproprio dei macchinari da parte dell'Inps a saldo di un debito di qualche milione di euro per mancati pagamenti previdenziali.
Giovedì 18 novembre avrebbe dovuto essere il giorno dell'esproprio, ma gli esattori di Equitalia, incaricati dall'Inps, hanno trovato un vero muro umano che impediva l'accesso alla ditta. Tutti i lavoratori, infatti, si sono schierati di fronte allo stabilimento, e anche i cancelli sono stati chiusi da pesanti catene e qualche punto di saldatura.
Equitalia e i compratori che erano giunti a Cortenuova per valutare i macchinari eventualmente da rilevare hanno dovuto fare dietro front e, nella caserma dei carabinieri di Martinengo, hanno sottoscritto un verbale con il quale dichiaravano di «sospendere l'esproprio a causa della folla eccessiva che impediva l'accesso», ripromettendosi di ripetere il tentativo. “
«Questa è stata solo una battaglia, ma tutti i lavoratori credono nella possibilità di poter vincere la causa. Speriamo che in breve tempo ci possa essere l'incontro per trovare la soluzione definitiva. Noi ci crediamo, devono crederci tutti». Da domani, fabbro permettendo, riprenderà l'attività «normale» della Fema.
E sulla questione interviene anche la segreteria della Cisl di Bergamo. «È necessario – dice Ferdinando Piccinini - che sulla vicenda intervengano tutte le istituzioni e le forze politiche interessate a salvaguardare una realtà produttiva che, in un periodo di crisi come quella che stiamo vivendo, riesce ancora a produrre senza problemi e a dare lavoro a oltre 200 persone. In questi giorni sulla Fema abbiamo invece visto molta latitanza in particolare della politica e delle istituzioni, con la sola eccezione del prezioso impegno dell'assessore Zucchi. Non vorremmo che la mancanza delle luci della ribalta, accese invece su altre storie, dirotti gli interessamenti di enti e persone che dovrebbero avere a cuore l'occupazione tutta della nostra provincia. Chiediamo che venga al più presto aperto un tavolo presso l'assessorato al lavoro della provincia al quale prendano parte con volontà e proposte costruttive forze politiche e istituzionali, alla ricerca di una soluzione che salvaguardi la continuità occupazionale».
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