Ergolab cresce a Mozzo
E punta su moda e sociale

Un investimento di 100 mila euro per un macchinario che possa stampare fino a quattromila capi al giorno. Ergolab cresce e trasferisce la sua parte produttiva in un capannone a Mozzo dove punta sull’attività di stampa su tessuto.

Un investimento di 100 mila euro per un macchinario che possa stampare fino a quattromila capi al giorno. Ergolab cresce e trasferisce la sua parte produttiva in un capannone a Mozzo dove punta sull’attività di stampa su tessuto. Dagli uffici di Sorisole, ha fatto strada questa realtà che ha mosso i suoi primi passi nel sociale all’interno del Patronato di Sorisole, come Cooperativa Perla Nera: nata 8 anni fa come realtà lavorativa per l’inserimento occupazionale di ragazzi svantaggiati, ora il progetto ha sempre basi sociali ma ha finalità più imprenditoriali: «Siamo nati come piccolo centro stampa e ora siamo stamperia a tutti gli effetti - spiega Fabio Benigni che, insieme a Francesco Sala, ha dato vita al progetto -. Investire su un macchinario del genere ci permette di prendere ordini più ampi e di organizzare commesse più importanti, confermando l’attenzione sulla qualità».

Questo senza mai dimenticare che tutta la professionalità inserita in Ergolab arriva dal mondo del sociale: «Attualmente abbiamo sei dipendenti e 9 inserimenti socio-occupazionali: questa filosofia resta e resterà l’impronta del nostro modo di lavorare e con questo nuovo investimento contiamo su due nuove assunzioni entro il 2014» continua Benigni in un’ottica di crescita: «Lo stesso fatturato avanza: dai 100 mila euro del 2010 chiudiamo il 2013 intorno ai 250 mila, con previsioni di incremento». Dati piccoli ma importanti, soprattutto se studiati in ambito territoriale. «Ma attenzione a non fare questo errore: non siamo operatori sociali ma una realtà professionale competitiva e dinamica» sottolinea ancora Benigni, che aggiunge: «Certo, l’impronta sociale è una nostra distinzione e la consideriamo un valore aggiunto. Da sempre l’obiettivo della nostra attività è stato quello di unire la professionalità con l’intervento sul territorio e anche il cliente deve saperlo: con la sua scelta e il suo ordine ha un prodotto, ma ha anche fatto qualcosa di utile alla società». Ma non solo: «Siamo usciti dalla filosofia del laboratorio e siamo entrati in una metodologia prettamente industriale: dai 25 mila capi del 2010, il 2013 lo chiudiamo con 90 mila capi stampati per conto terzi. E con il nuovo macchinario la quantità non sarà più un problema».

Lo sguardo va anche verso l’Expo2015: «È un’occasione che non bisogna sprecare e che deve essere uno strumento di rilanzio e di crescita per molte realtà sul nostro territorio. Anche noi vogliamo sfruttare questa occasione e spingerci su commesse legate alle iniziative su Milano e sulla Lombardia, trovando clientela anche all’estero». Ma non solo: nel 2009 è stato lanciato un marchio, «Lalumachina Mod»: «Una linea di moda principalmente urban-street che è stata ben commercializzata sulla grande distribuzione: eravamo in diversi Iper della Lombardia e della Toscana, nella catena Iperal della Lombardia, in plurimarca lombardi, liguri e toscani». Questa lumachina è finita anche a Pitti Modaprima a Milano, con una collezione in cotone biologico made in Italy: «Era il 2010 e ora anche qui stiamo facendo nuovi passi avanti: stiamo ragionando su una nuova collezione di felpe e t-shirt su cotone biologico ed equosolidale, con un taglio sempre urban e con uno studio di grafiche accattivanti per un popolo giovanile. Il lancio è previsto per la primavera/estate 2014, per permettere la realizzazione di una piattaforma web che supporti la vendita e-commerce» continua Fabio Benigni che aggiunge: «Ragioniamo a piccoli passi. Ora ci stiamo focalizzando sulla stamperia conto terzi, un business che ci permette di investire anche nel nostro marchio». In fondo loro testimonial è proprio una lumachina: «Chi va piano va sano e lontano - scherza Fabio -, purchè si sia sempre in viaggio».

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