«Ennesimo decesso sul lavoro». I sindacati: «Servono formazione e informazione»

Ancora infortuni sul lavoro e ancora un decesso. I sindacati di Bergamo pongono l’attenzione sulla formazione e sui controlli.

«Purtroppo oggi la nostra provincia è interessata ancora da un infortunio mortale accaduto alla Toora Casting di San Paolo D’Argon e un grave infortunio alla Radicifil di Casnigo. Una emergenza che non ha fine, visti purtroppo i tragici eventi accaduti nei giorni scorsi nel nostro paese». La Cisl da mesi denuncia l’esigenza di più controlli nei luoghi di lavoro, «andando a potenziare gli organismi di controllo dedicati e certificare le imprese che mettono la salute e la sicurezza come condizione primaria nel compito della loro attività. La vertenza nazionale aperta da alcuni mesi, va rilanciata con più determinazione». Così Danilo Mazzola, della segreteria Ust Cisl Bergamo commenta i fatti di martedì 10 agosto nella Bergamasca.

«L’informazione e la formazione dei lavoratori sono gli strumenti più efficaci per contrastare gli infortuni nei luoghi di lavoro, così come l’investimento sulla sicurezza deve essere prioritario per le imprese. Per questo dopo il Durc di congruità riteniamo non più rinviabile la patente a punti per le imprese edili » affermano i segretari territoriali Giuseppe Mancin (Feneal-Uil), Simone Alloni (Filca-Cisl) e Luciana Fratus (Fillea-Cgil) che esprimono il cordoglio alla famiglia del lavoratore deceduto.

«Esprimiamo cordoglio e vicinanza alla famiglia della vittima. È inaccettabile morire in questo modo ai giorni nostri quando esistono tutte le misure di protezione per evitare le cadute dall’alto, la causa della morte del lavoratore - spiega anche Fiom Cgil -.Riteniamo necessario investire maggiormente sui controlli e sulla formazione dei lavoratori in materia di sicurezza. La salute e la sicurezza dei lavoratori deve essere vista dalle aziende come un investimento e non un costo (troppo spesso) da tagliare» ribadiscono i sindacati.

Un concetto ripreso anche dalla Fim Cisl: «Quello che oggi vediamo è solo la punta di un iceberg, perché tanti infortuni minori passano nell’indifferenza e non vengono registrati. Diventa sempre più fondamentale intensificare il lavoro di tutti. Più fatti e meno parole» commenta il segretario generale Luca Nieri che specifica: «Quello di San Paolo d’argon, alle porte del capoluogo, in uno stabilimento della Toora, è infatti l’ennesimo infortunio mortale capitato nella ripresa post Covid, da maggio a oggi si contano 7 morti».

«È prioritario fare sistema sia a livello aziendale che a livello provinciale, istituzioni e organi competenti, aziende e sindacato, con le proprie Rls e Rsu, devono collaborare sempre più per debellare questa piaga, il nostro paese deve dare cittadinanza solo al lavoro sicuro, non deve esistere una forma diversa, come non devono esistere imprese di serie A o serie B».

«In questo momento – continua il segretario Fim -, vogliamo innanzitutto esprimere la nostra più stretta vicinanza alla famiglia del defunto. Sicuramente ci sarà la necessità di capire le dinamiche dell’incidente che ha portato a questa disgrazia, al momento non molto chiaro. Ci riferiscono di un lavoro di manutenzione programmata dell’azienda, in una parte dello stabilimento per fare smaltimento amianto e purtroppo è accaduto questo dramma, che va a sommarsi ai tanti morti sul lavoro si questi ultimi mesi e degli ultimi anni. Come chiediamo da tempo, serve maggior sorveglianza con più sopralluoghi degli organi competenti, introdurre un sistema di qualificazione delle imprese con un modello di patente a punti, maggiori investimenti in tecnologia e in dispositivi individuali di protezione, ma soprattutto – conclude Nieri - una formazione appropriata, capace di interrogarsi anche sull’efficacia della formazione stessa per tutti i lavoratori, break formativi e maggiori momenti aziendali dove ci si confronti tra azienda e Rls/Rsu su iniziative di prevenzione da mettere in campo. Il miglioramento della prevenzione deve essere un processo continuo» .

Cordoglio anche dal mondo politico, con le dichiarazioni del senatore Roberto Calderoli, vicepresidente del Senato : «Nel territorio di Bergamo un lavoratore è morto dopo una caduta da otto metri e un altro è stato gravemente ustionato da un liquido fuoriuscito nello sversamento di una cisterna - ha detto -. Cordoglio alla famiglia della vittima e una preghiera per il ferito ma cordoglio e preghiere non salvano le vite: servono più controlli, più prevenzione, più misure adeguate, più formazione, più risorse da investire sulla sicurezza sul lavoro».

In Italia nel primo semestre del 2021 hanno perso la vita sul lavoro due persone al giorno. «Non possiamo accettarlo, non dobbiamo accettarlo. Si trovino le soluzioni più adeguate in termini di prevenzione, formazione sulla sicurezza e e controlli da effettuare, si facciano tavoli con imprese, categorie produttive e sindacati. Utilizziamo una quota significativa del Pnnr per incentivare con risorse concrete la prevenzione e la sicurezza sul lavoro, aumentando i dispositivi di protezione, rinnovando i macchinari, incrementando i corsi di formazione. Queste soluzioni però dovrebbe indicarle il ministro del Lavoro».

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