Edilizia, l'84% delle imprese
soffre i ritardi dei pagamenti

In edilizia l'84% delle imprese soffre a causa dei ritardi nei pagamenti che devono arrivare dalle pubbliche amministrazioni. E questo non fa che peggiorare il grave stato di crisi nel settore, punto di forza dell'economia bergamasca.

Perdura il grave stato di crisi nel settore edile, punto di forza dell'economia bergamasca in particolare, e fonte del 12% del Pil nazionale. I segni «meno» registrati sui diversi fronti, residenziale, commerciale e pubblico fotografano in modo evidente lo stato di stallo che sta avendo un impatto devastante sull'occupazione, ma le problematiche aggiuntive riscontrate dagli imprenditori in una recente indagine condotta da Ance Bergamo sono fonte di ulteriore preoccupazione.

Ance Bergamo, di rappresentante del settore e interlocutore presso le istituzioni delle imprese edili industriali, ha costituito un tavolo permanente di «crisi» al fine di intraprendere una serie di azioni che continueranno nei prossimi mesi e che hanno avuto come primo passo un'indagine conoscitiva interna su quelle che sono le criticità che oggi mettono in pericolo la sussistenza delle imprese stesse.

L'indagine ha evidenziato con numeri chiari quanto già denunciato sia a livello nazionale che locale sul fronte del ritardo dei pagamenti della Pubblica Amministrazione, sul fronte del rapporto con gli istituti di credito e sulla attuale situazione del mercato del lavoro.

Ritardo nei pagamenti della Pa e rapporti con gli istituti di credito
Uno dei temi più scottanti è sicuramente il patto di stabilità e il suo effetto sull'allungarsi dei tempi di pagamento della pubblica amministrazione, fenomeno peraltro ampiamente denunciato negli ultimi mesi.

L'indagine interna svolta da Ance Bergamo presso i suoi associati rivela che l'84% delle imprese operanti nel settore dei lavori pubblici lamenta ritardi dovuti al patto di stabilità che superano in media i 220 giorni.

«Ne abbiamo fatto anche una questione di rapporto di fiducia tra Stato e cittadini: in un momento in cui si sono allungati i tempi di riscossione da parte dei privati e in cui è diventato costoso oltre che difficoltoso ottenere liquidità dagli istituti di credito ed in cui lo Stato chiede gravi sacrifici a tutti noi, dovrebbe essere lo Stato stesso a rispettare gli impegni ed i pagamenti nei confronti delle imprese e del comune cittadino» ha dichiarato il Presidente di Ance Bergamo Ottorino Bettineschi.

«Il danno peggiore è che l'effetto incontrovertibile è quello di generare un aumento di insolvenze a catena poiché viene coinvolta tutta la filiera che lavora per l'edilizia, principalmente composta da Pmi che costituiscono l'ossatura della nostra economia. Abbiamo segnalato in una lettera ufficiale al Prefetto lo stato delle cose e diamo la nostra disponibilità a dialogare con gli enti per trovare soluzioni fattive a questo stato delle cose».

Per superare i problemi dei ritardati pagamenti con la pubblica amministrazione sono state avviate alcune iniziative a carattere locale, regionale e nazionale, senza ottenere risultati concreti apprezzabili. Le imprese non possono sostenere da sole a livello finanziario le difficoltà degli Enti Pubblici; pertanto serve attivare da subito strumenti che permettano di smobilizzare il credito vantato dalle Pa senza che questo pesi sugli affidamenti garantiti dalla stesse imprese.

Tali crediti, inoltre, gravano notevolmente in quanto i pagamenti spesso giungono a livelli inaccettabili, con un ritardo di oltre un anno sulla scadenza contrattualmente prevista.

I rapporti con le banche
Altro tasto dolente riguarda il rapporto con gli istituti di credito con cui è diventato difficilissimo dialogare ed ottenere credito. Inoltre la stretta creditizia ha colpito due volte le imprese di costruzioni: se il problema principale è l'ottenimento di credito necessario a far fronte all'ordinaria amministrazione, c'è un fattore apparentemente non collegato che ha avuto un impatto devastante sulle compravendite. ù

La stretta infatti ha riguardato tutte quelle fasce, in particolare i giovani, che pur volendo acquistare la casa non riescono ad ottenere il mutuo poiché non in grado di avere un reddito stabile.

«Pur comprendendo che è giusto fare del buon credito, abbiamo l'impressione di essere di fronte a un sistema bancario inadeguato all'evolversi dei tempi. Il mondo del lavoro è cambiato e se per ottenere il mutuo è necessario per un giovane disporre di un contratto a tempo indeterminato, potrebbe anche essere che questi interlocutori non riescano mai ad acquistare una casa», ha commentato Bettineschi.

«Alcune formule sperimentate all'estero potrebbero essere almeno prese in considerazione per trovare delle risposte ad un problema che prima o poi andrà affrontato, perché il mondo del lavoro è cambiato e anche gli istituti bancari dovrebbero dare un segnale di coraggio oltre che di risposta alle esigenze di una fascia di utenti sempre più ampia.»

Visto che la recente manovra ha guardato con particolare attenzione alle banche creando un apposito fondo di salvaguardia, ci aspettiamo che ora le banche in un momento particolare di cambiamento della nostra economia rivedano il rapporto con il mondo delle imprese, dando fiducia a quella parte di imprenditori che fino ad ora hanno messo in gioco tutte le loro capacità e risorse in modo serio e coraggioso e che rappresentano il futuro vero della nostra economia.

Prospettive del settore
Il settore edile ha davanti a sè delle grandi opportunità rappresentate dall'Ambiente e da tutto quanto può essere ricompreso sotto questo ambito. I recenti avvenimenti hanno riportato all'attenzione dell'opinione pubblica il tema della difesa del suolo e della sua messa in sicurezza. Fino ad ora sono state fatte azioni di emergenza, mentre bisogna attivare azioni di prevenzione programmata e di manutenzione, oggi quasi totalmente assenti. La diffusione sul territorio nazionale degli eventi catastrofici che hanno interessato zone ritenute a rischio rende urgente un intervento programmato al fine di tutelare il nostro territorio, le nostre città e l'incolumità dei cittadini stessi.

Urge riqualificare gli edifici e le nostre città, poiché un corretto rapporto con l'ambiente passa anche da una riqualificazione di edifici pubblici e privati non adeguati dal punto di vista antisismico, di risparmio energetico e di rischio idrogeologico. L'ambiente tutelato quindi con edifici che riducano le emissioni e i consumi e la dipendenza dalle fonti energetiche tradizionali.

La difesa del nostro ambiente, in particolare quello italiano, ricco di opere d'arte ma anche di paesaggi naturali che il mondo ci invidia, dovrebbe portare ad una sua valorizzazione che possa essere fonte di reddito tramite il turismo. «Puntare sul turismo significa sfruttate in un certo senso una risorsa naturale, dato che il nostro Paese vanta il 50% delle opere d'arte del mondo» ha concluso il Presidente Bettineschi.

« Il turismo può diventare il nostro petrolio ma va qualificata l'offerta ricettiva sia per il settore business che per i privati e le infrastrutture che devono servire le aree interessate. Di particolare importanza sono le infrastrutture per valorizzare le attività economiche sul nostro territorio, anche quelle di investitori stranieri. Bergamo ha un'enorme potenzialità rappresentata dalle nostre valli e dal capoluogo, ma per fare questo è necessario che tutti gli attori interessati, istituzioni in primis, ci credano fortemente e remino nella stessa direzione, creando rete fra loro.»

Manovra economica
Riprendendo quanto espresso da Ance affermiamo che la manovra economica del governo Monti è molto dura per quanto riguarda le misure sulla casa che graveranno sulle famiglie in modo pesante ed inevitabilmente finiranno per produrre effetti depressivi sulle imprese del settore che sono già in grave affanno. Siamo consapevoli della necessità di una manovra improntata su un estremo rigore per riguadagnare fiducia sui mercati ed in Europa, anche se contavamo su maggiori tagli alla spesa e meno imposte. Siamo certi che si tratta di una prima fase di rigore e che a questa ne seguirà presto una maggiormente mirata alla crescita.

Ci auguriamo che, come anche annunciato dal Ministro Passera, l'edilizia possa svolgere il ruolo di traino e di motore di sviluppo che gli è proprio, per fare cose utili, a cominciare dalla manutenzione del territorio e dal rilancio delle città, creando occupazione ed evitando la chiusura di migliaia di imprese del settore ormai allo stremo.

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