Edilizia, Bettineschi: è come il dopoguerra
Allora si ricostruiva, ora riqualifichiamo

Ci sarà un modello Bergamo anche per l’edilizia, con la Camera di commercio sempre in cabina di regia. Lo garantisce Ottorino Bettineschi, vicepresidente dell’ente e da lunedì 27 luglio anche coordinatore del tavolo dell’edilizia, l’organismo che rimetterà in pista la filiera del mattone locale.

E il primo risultato, praticamente storico (stando a Bettineschi non si era mai verificato prima, neanche a livello nazionale), è immediato: aver avviato un percorso comune tra i protagonisti della filiera dell’edilizia - cinque associazioni di categoria, tre ordini professionali e l’università bergamasca – sui temi di formazione, innovazione, internazionalizzazione, comunicazione.

Il primo obiettivo (sulla questione non si sbilancia ancora nessuno) è probabilmente la possibilità di arrivare ad una sorta di certificazione di qualità della filiera dell’edilizia bergamasca che tornerà punto di riferimento per il Paese.

Intanto associazioni e ordini sono intervenuti al tavolo. Oltre a Bettineschi (anche nel ruolo di presidente Ance), c’erano il segretario generale Emanuele Prati, Paolo Riva, direttore del Dipartimento di Ingegneria dell’ateneo bergamasco, Angelo Carrara, presidente di Confartigianato Bergamo, Maria Teresa Azzola presidente Cna, Alberto Capitanio, presidente CdO, Marco Amigoni, presidente Lia; Emilia Riva, Alessandra Ferrari e Alessandro Chiodelli numeri uno provinciali per Ingegneri, Architetti e Geologi.

«È un tavolo snello e con potere decisionale. Man mano che affronterà i diversi temi (dalla semplificazione delle regole a nuove forme di finanziamento, dalla rigenerazione urbana alla qualità, dal contrasto al dissesto idrogeologico all’efficientamento delle nuove strutture) si allargherà al resto della filiera», assicura Bettineschi che azzarda un paragone: «In questo momento è come se vivessimo un nuovo dopoguerra. Allora si pensava a ricostruire, adesso dobbiamo riqualificare e mettere al centro la qualità del vivere e dell’ambiente».

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Adriano Pezzotta

9 anni, 9 mesi

possiamo quindi definirlo......il Tavolo delle Utopie....o ......il Tavolo dei Sognatori... Non cambierà niente....l Edilizia è un Elefante ....e non si muoverà.....

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ELIO CAPELLI

9 anni, 9 mesi

notizia molto interessante, che segue una serie di stupidaggini che si sono sentite in questi ultimi tempi sul rilancio dell'edilizia, come se il bisogno di case fosse quello di alcuni decenni or sono. Certo che si, si è costruito male, soprattutto nell'ultimo periodo, troppe imprese poco all'altezza e attenzione solo al metro-cubo, il fenomeno del cottimismo selvaggio ha fatto il resto. L'APPROCCIO NON DEVE ESSERE IDEOLOGICO si scelgano gli edifici che meritano una tutela e sul resto, basta inutili, costose, irrazionali, finte e assurde prese in giro tese a conservare il nulla. I comuni si liberino di una burocrazia incompetente, cacciando quei dirigenti che non si assumono le loro responsabilità o che cavillano.. le Sovrintendenze che pur ci devono essere, siano efficienti, rapide ma sopratutto non impongano il loro personale "gusto" si attengano a criteri oggettivi.. buona fortuna

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paolo cunico

9 anni, 9 mesi

gli edifici del dopoguerra sono stati costruiti al risparmio,sono di bassa qualità,basta vedere cosa c'è in giro. più che riqualificarli sarebbe da abbatterli e ricostruirli. quelli più "vecchi",direi quasi antichi,sembrano di qualità migliore!

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