Economia
Venerdì 14 Marzo 2008
Edilizia bergamasca: «Un futuro oltre confine»
La proposta di Mazzoleni: formiamo a Seriate personale straniero per favorire l’ingresso in cantieri nell’Est Europa
Volgere lo sguardo all’estero: è questo il consiglio rivolto agli imprenditori edili bergamaschi da parte del Gruppo Giovani imprenditori dell’Ance (Associazione nazionale costruttori edili) di Bergamo. «Il mercato italiano è ormai saturo e nei prossimi anni le possibilità di crescita per le nostre imprese sono soprattutto all’estero, in particolare nei Paesi dell’Est Europa e dell’area baltica» ha sottolineato Marco Mazzoleni, presidente del Gruppo Giovani imprenditori, all’incontro organizzato ieri alla sede dell’Ance per illustrare ai soci le opportunità di operare al di fuori dei confini nazionali.
L’invito rivolto agli imprenditori orobici è di osare di più a intraprendere la strada dell’internazionalizzazione e di cominciare proprio dai più promettenti mercati dei Paesi dell’Est Europa e del’area Baltica. «Ad aprile l’Ance organizzerà una missione ufficiale in Romania e a maggio una in Polonia – ha spiegato Mazzoleni -. In vista di queste missioni la nostra proposta è di cominciare a cercare manodopera locale proveniente da questi paesi per formarla qui alla Scuola Edile di Bergamo. Questo potrebbe essere il primo passo per aprire un canale privilegiato con i mercati dell’Est e avviare così le imprese bergamasche all’internazionalizzazione».
«L’obbiettivo è favorire il processo di internazionalizzazione del settore delle costruzioni nel breve e medio periodo – ha spiegato Giulio Guarracino, referente dell’Ufficio Relazioni Internazionali dell’Ance -. A fronte dei nuovi Paesi entrati nell’Unione Europea, nei prossimi dieci anni le risorse destinate all’Italia e ai Paesi dell’Europa Occidentale saranno ridotte proprio per favorire lo sviluppo delle infrastrutture nei nuovi Paesi emergenti. È ora che anche le imprese edili bergamasche comincino a pensare di uscire di confini nazionali per operare e investire all’estero, soprattutto in Romania, Polonia, e Bulgaria: Paesi dove i vantaggi sono legati alla velocità di realizzazione delle opere sia infrastrutturali che immobiliari».
Più opportunità, quindi, anche se l’invito «è di affrontare i mercati esteri non da soli ma con il supporto di altre imprese. L’aggregazione, magari in forma consortile, è la strada migliore per operare al di fuori dei confini nazionali e per evitare la concorrenza tra le stesse imprese».
Da parte di Romano Paganessi, delegato dall’Ance Bergamo per la commissione nazionale per lavori esteri, è emersa la necessità di un supporto maggiore da parte del mondo creditizio e istituzionale: «Le imprese che decidono di operare all’estero hanno bisogno di più assistenza. A parte l’Ufficio internazionale dell’Ance che affianca le imprese nella fase iniziale di inserimento in un mercato fornendo l’assistenza tecnica nella partecipazione ai bandi di gara e aiutandole a trovare i contatti con le istituzioni locali, per il resto le imprese devono cavarsela da sole. In questi anni le banche sono state restie a concedere linee di finanziamento alle imprese che operano all’estero. Inoltre, anche la pressione fiscale è troppo elevata: in Francia e in Germania ci sono agevolazioni e sgravi fiscali che in Italia i nostri governi non hanno mai voluto applicare».
(14/03/2008)
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