Economia / Val Calepio e Sebino
Mercoledì 15 Gennaio 2014
«Dibieffe», oltra a Rogno il Ticino
«Ecco perchè investiamo in Svizzera»
La Svizzera è diventata un punto di riferimento obbligato per le aziende italiane asfissiate dalla burocrazia. Quando a settembre a Chiasso, venne organizzato l’incontro «Benvenuta impresa», il teatro non bastò a contenere i 900 imprenditori italiani.
La Svizzera è diventata un punto di riferimento obbligato per le aziende italiane in salute che rischiano di restare asfissiate dalla burocrazia. Quando a settembre a Chiasso, venne organizzato l’incontro «Benvenuta impresa», il teatro non bastò a contenere i 900 imprenditori italiani, per lo più lombardi, che desideravano scoprire le proposte degli amministratori svizzeri. Tra loro, molti che vorrebbero delocalizzare, chiudendo l’attività in Italia e trasferendo bagagli e profitti al di là del confine, ma anche imprenditori bergamaschi consapevoli che la ricchezza si basa prima di tutto sul sapere e sulla professionalità delle proprie maestranze e quindi, pur mantenendo le radici nel nostro Paese, cercano formule innovative per investire in Svizzera.
È il caso della Dibieffe di Rogno, azienda di arredamenti fondata trent’anni fa e gestita oggi da Beppe Delvecchio ed Emanuele Poletti, figli dei fondatori. Anche se all’incontro di Chiasso non hanno partecipato, qualche mese fa, insieme ad altre tre imprese dell’alto Sebino attive nel settore dell’edilizia, hanno creato nel Canton Ticino una nuova società, la Ticino House, con l’obiettivo di conquistare il mercato elvetico senza delocalizzare la produzione. «Agiamo da general contractor: insieme alla At di Rogno, specializzata nelle coperture, alla Reghenzani Marmi di Darfo e alla Savoldelli Serramenti di Gianico, andiamo alla ricerca di clienti e contratti per dare ai prodotti delle nostre aziende nuovi sbocchi, visto che in Italia il mercato si è di fatto azzerato. Ma – precisa Delvecchio – la scelta di puntare sulla Svizzera è una conseguenza della nostra crescita: se ci rivolgiamo all’estero è per un investimento, non per una necessità».
L’espansione in Svizzera è stata facilitata dal contatto con un professionista del Canton Ticino con cui la Dibieffe e le altre tre aziende camune collaboravano da tempo e che ora è l’amministratore di Ticino House: «È lui – spiega ancora Delvecchio – che commercializza i nostri prodotti alle imprese o agli studi di architettura svizzeri trovando per noi nuovi clienti». Basta superare il confine per ritrovarsi, dal punto di vista imprenditoriale, in tutto un altro mondo: «La fiscalità elvetica per le nuove imprese è estramamente vantaggiosa: pagheremo appena il 23% di tasse, mentre in Italia, lo ha appena detto Confindustria, si paga il 65,8% sugli utili: una cifra pazzesca, esagerata sotto ogni punto di vista». Ma il confronto non si limita a questi numeri, e va a toccare altre corde a cui gli imprenditori bergamaschi sono estremamente sensibili essendo bravi a fare più che a parlare o discutere: «La burocrazia, cioè l’applicazione delle leggi, è severa ma anche molto chiara e precisa: non mi è mai capitato in Svizzera di essere rimbalzato da un ufficio all’altro o di dover aspettare una risposta che non arriva nei tempi stabiliti».
Chiarezza che si riflette anche nel sistema bancario: «La trasparenza degli istituti di credito svizzera è assoluta: in Italia dobbiamo invece ingegnarci ogni giorno per non restarvi invischiati». Infine, l’altro elemento che stupisce gli osservatori italiani è il comportamento del cliente: «Abituato in Svizzera a pagare addirittura in anticipo: il 50% dell’importo dei lavori viene versato in acconto; il 40% dopo l’inizio o a metà della costruzione; il restante dieci per cento viene saldato entro due settimane dalla consegna dell’opera, il tempo necessario al cliente per controllare che tutto sia stato eseguito a regola d’arte». «Con gli svizzeri – conclude il titolare della Dibieffe – però non puoi sgarrare: ti offrono rigore, precisione e puntualità, ma pretendono lo stesso comportamento anche dalle imprese. Ma per questo non abbiamo timori particolari: lo stile del made in Italy e la professionalità delle nostre aziende non hanno eguali, neppure in Svizzera».
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