Mercoledì 17 dicembre alle 20,30 nella chiesa parrocchiale di San Giuliano ad Albino si tiene la veglia di preghiera per la crisi occupazionale in Valle Seriana, promossa dal vicariato di Nembro-Albino. Di seguito pubblichiamo una lettera aperta del segretario generale della Cisl Bergamo, Ferdinando Piccinini, sul ruolo delle comunità cristiane nella crisi.«Un periodo come questo, così saturo di preoccupazioni e di pressanti incertezze per il futuro, soprattutto sul versante socio-economico, deve interrogare ogni cristiano in particolare chi (sacerdote o laico) ricopre un ruolo sociale oppure politico. Un impegno inderogabile attorno alle prospettive e alla valenza che oggi assume il termine «bene comune». Come nel secolo scorso, ogni grande cambiamento economico e politico ci pone davanti a un bivio: una strada conduce verso un ripensamento e una riprogettazione in un’ottica di maggiore umanità e di senso comunitario, l’altra strada conduce invece alla regressione caratterizzata da sentimenti di acceso rancore sociale, di chiusura e di gretto individualismo. Il crollo del liberismo finanziario ha evidenziato l’affermarsi di profonde ingiustizie. Il prezzo di tutto ciò, come purtroppo spesso accade, cade sulle fasce sociali più deboli e fragili. Anzi il target della fragilità si è ulteriormente allargato intaccando in misura consistente anche quello che una volta veniva considerato assolutamente al riparo da tutto ciò: il cosiddetto «ceto medio». Ma quello che desta maggiore preoccupazione sono i numerosi esempi storici nei quali crisi come quella attuale hanno prodotto drammatiche débacle di umanità e di convivenza civile. Basta ricordare in quali condizioni socio-economiche si sono costituiti i fascismi europei. Per queste ragioni, oggi, è più che mai essenziale che la Chiesa e le comunità cristiane che la compongono assumano l’importante ruolo di ricordare ed affermare che la dimensione e le ripercussioni della crisi economica, con tutte le conseguenze della disoccupazione, non possono essere relegate a un fatto individuale. Le conseguenze della crisi non possono essere lasciate alle singole persone o alle singole famiglie con tutti i drammi e le difficoltà che questo comporta. Nell’ottica del buon samaritano dobbiamo sforzarci di considerare l’altro non come un incidente di percorso, bensì un individuo più grande di noi che deve essere sostenuto e accompagnato da una forte vicinanza comunitaria e solidaristica. Oggi tante famiglie, tanti lavoratori, non chiedono né elemosina né beneficenza, ma chiedono una prospettiva per l’avvenire, un orizzonte di speranza. Per loro e per i propri figli chiedono una maggiore e migliore qualità della vita che non può solo essere misurata dalla quantità dei beni consumati, ma anche da relazioni umane feconde e arricchenti che nascono appunto da una dimensione comunitaria. La fede deve essere lo stimolo dal quale partire per incontrare l’altro. La fede, se autentica, ci chiede di misurarci con l’esercizio faticoso della responsabilità e dell’alterità anche nelle scelte politiche, sociali ed economiche. Certo che tocca a noi cristiani costruire le risposte concrete per superare questa crisi economica che rischia di diventare crisi sociale. Proprio per questo la Chiesa con la sua grande esperienza di dottrina sociale, non può non fare sentire la propria voce. Il suo mandato nella storia, accanto alla cura preziosa delle anime, è quello di portare tutta l’umanità ed il Creato verso il suo fine ultimo: «cieli e terre nuove....». Una finalità che non può lasciarci nel comodo ruolo di spettatori credenti attingendo all’alibi della prudenza evangelica. No! Occorre piuttosto che siamo attori protagonisti, portatori di luce che illumina e sale che dà sapore, sia come singoli credenti (ci sono responsabilità individuali!) che come insieme di credenti, e quindi di comunità.La veglia di stasera, organizzata dalle comunità ecclesiali del vicariato della media Valle Seriana, vuole assumere «semplicemente» questa attenzione e vicinanza alle lavoratrici e ai lavoratori coinvolti dalle crisi occupazionali.»Ferdinando Piccinini segretario generale Cisl Bergamo(17/12/2008)
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