Economia
Sabato 04 Marzo 2006
Crecono le imprese a conduzione femminileIl 2005 a Bergamo è stato un anno «rosa»
Le imprese a conduzione femminile trovano terreno fertile nella Bergamasca: la nostra provincia svetta infatti tra le migliori realtà italiane per aziende gestite da manager in gonnella, collocandosi al 19° posto assoluto in Italia, con la presenza di 16.469 società.
Secondo il rapporto «Impresa in genere» dell’Osservatorio dell’Imprenditoria femminile 2005 di Unioncamere, realizzato da Retecamere, il «boom» è avvenuto nei dodici mesi del 2005, periodo in cui le imprese al femminile hanno segnato una crescita del 2,8% rispetto al dato del 2004 quando le imprese rosa erano appena sopra le 16 mila unità (16.021 per l’esattezza). Una variazione positiva che ci colloca all’8° posto assoluto nella classifica delle migliori province italiane, in buona compagnia di Como, Taranto, Lecce e Caserta.
La ricerca fotografa un settore in salute, che nel corso del 2005 ha superato la soglia del milione e 220 mila aziende mettendo a segno una crescita percentuale rispetto all’anno prima pari all’1,8%. E comunque superiore a quella complessiva stimata per l’intero settore imprenditoriale che, per il 2005, si limita ad un +1,1%.
Nel Centro e nel Nord-Ovest si sono registrati gli aumenti maggiori, mentre le donne del Nord-Est sono state lo scorso anno le più «restie» alla creazione di nuove imprese.A livello territoriale, regione leader si conferma la Lombardia: in valori assoluti, infatti, il territorio che ha per capitale Milano conta complessivamente 162.653 imprese guidate da donne: con una quota, quindi, pari al 20,37% dell’universo imprenditoriale regionale.
Le regioni che registrano le percentuali più alte nel rapporto imprese femminili sul totale delle imprese operative vedono al primo posto il Molise.
La maggioranza relativa delle imprese femminili (il 31,8%) si addensa nel settore del commercio, ma è il settore degli altri servizi pubblici, sociali e personali, quelli con il più alto tasso di femminilizzazione. Qui, infatti, poco meno di un’impresa su due è gestita da donne. Ma la soglia del 30% di presenza femminile, viene superata anche in altri settori: sanità ed altri servizi sociali, servizi domestici presso famiglie, alberghi e ristoranti, e istruzione.
(04/03/2006)
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