Controllo nutrie: la Corte costituzionale
ora dà ragione alla Regione Lombardia

Le nutrie sono un problema sempre più grave per l’agricoltura e stanno diventando un pericolo anche per la circolazione stradale. Ora la Corte Costituzionale ha dato ragione a Regione Lombardia nell’ambito del ricorso presentato dal Governo, che aveva sollevato eccezioni di costituzionalità sulla Legge regionale che ne consentiva il controllo e l’eradicazione.

«Il mondo agricolo è bene che sappia, una volta per tutte, che si trova di fronte un Governo pressapochista, imbullonato a scranni usurpati e inadeguato al proprio ruolo, al punto da fallire nell’intento doloso di ostacolare l’attività legislativa di Regione Lombardia nell’attività di lotta alle nutrie». Lo dice l’assessore all’Agricoltura della Lombardia Gianni Fava

In particolare, il Governo aveva sostenuto che la Regione avesse prevaricato con la legge 32/2014 le competenze statali, avendo la Lombardia previsto la convocazione delle prefetture ai tavoli provinciali di coordinamento.

«Palazzo Chigi - riassume Fava - sosteneva illegittima la previsione degli strumenti da impiegare nell’attività di controllo, quali arma da fuoco e gabbie-trappola. Ebbene, la Corte ha rigettato entrambe le eccezioni, sostenendo invece la piena legittimità della norma lombarda. L’accanimento contro la Regione rasenta la persecuzione ed è un atteggiamento che non trova spiegazioni, se non una guerra di bandiera inutile, costosa per i cittadini e che, nello specifico, danneggia gli imprenditori agricoli, i cittadini lombardi e la prima realtà agricola d’Europa».

Inoltre, prosegue Fava, «è singolare l’atteggiamento del Governo, che, prima, demolisce il sistema delle Province e delle Polizie provinciali, organi deputati al controllo della fauna selvatica sul territorio, poi, con decreto, modifica lo status della nutria, costringendo la Regione a intervenire con una propria norma e un proprio programma, per continuare a fare fronte al problema; non contento, con il Collegato ambientale l’esecutivo ci costringe a chiedere parere a Ispra, con la conseguenza che si è resa ancora più complicata l’applicazione dei piani di controllo. E a coronamento di un disegno demenziale, il governo trova anche il tempo per impugnare la nostra legge, per sentirsi dire dalla Corte Costituzionale, che aveva preso un abbaglio».

«La nostra legge è valida - conclude l’assessore - e il Governo non si è lasciato sfuggire l’occasione per dimostrare, da un lato, l’acredine verso il buon governo lombardo e, dall’altro, il pieno disinteresse per temi ormai vitali per il mondo agricolo».

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