Dopo la fallita fusione con Milano e Brescia, il Consorzio agrario provinciale di Bergamo - anche se qualcuno minimizza - sembra guardare a Sud-Est per eventuali aggregazioni. Durante l’assemblea dei soci, che ha approvatoil bilancio 2004, il presidente Gianbattista Micheli ha detto che «il progetto di fusione con altri enti non è stato accantonato, anzi, a questo proposito, ho avuto degli incontri con i vertici dei consorzi agrari di Cremona e di Verona».
Si è trattato - ha precisato - solo di iniziali contatti con altre realtà omologhe, niente cioè che faccia pensare ad una aggregazione in tempi brevi, semmai solo ad accordi riguardanti specifici settori (nel caso di Cremona, è già in corso una collaborazione nel campo dei mangimi). Inoltre non si escludono altre strade che attendono, al momento opportuno, di essere vagliate (vedi i Consorzi di Pavia, Como e Sondrio che stanno uscendo da quel commissariamento che fino all’anno scorso, e per ben un decennio, ha interessato anche l’ente bergamasco).
Quanto al bilancio 2004, presenta un fatturato in aumento (23 milioni e 700 mila di euro, circa + 8% sull’anno precedente) e una perdita di esercizio di 31 mila euro.
(26/04/2005)
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