Commissioni troppo esose: i negozianti bergamaschi contro i buoni pasto

Già un centinaio di esercizi in centro hanno deciso di non accerttarli più

I commercianti si alleano contro l’aumento delle commissioni dei buoni pasto, che in certi casi hanno raggiunto anche il 9 per cento. Finora sono un centinaio i baristi, ristoratori e negozianti di alimentari, soprattutto del centro città, che si sono uniti costituendo un comitato contro le percentuali troppo alte imposte dalle società che emettono i ticket. La prima forma di protesta organizzata consiste nel non accettare più alcuni tipi di buoni.

Federconsumatori tiene a distinguere due questioni: «Da una parte finché un esercente espone in vetrina il contrassegno del buono con il quale è convenzionato, è tenuto ad accettarlo per l’esatto importo stampato sul ticket. Dall’altra, il buono pasto rappresenta una quota di salario. Se il lavoratore si trova nelle condizioni di non poterlo più spendere, parte del contratto non viene rispettata e il problema diventa di pertinenza sindacale, coinvolgendo il lavoratore e l’azienda che eroga i buoni. Il problema delle commissioni va quindi risolto senza penalizzare il consumatore».

(02/10/03)

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