Cigs Sematic, i sindacati: 12 mesi con possibilità di Cassa Covid
Anche gli ultimi atti formali sono stati completati nella vicenda della Sematic di Osio Sotto: si è tenuto, infatti, giovedì mattina 15 aprile in collegamento video con il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali l’esame congiunto necessario per l’accordo governativo con cui si apre la strada alla cassa integrazione straordinaria per cessazione parziale di attività.
È stata chiesta per un massimo di 123 lavoratori del sito di Osio. Restano invece al lavoro i 79 dipendenti negli uffici di Seriate.
«Purtroppo siamo giunti alle battute finali per la realtà Sematic di Osio Sotto – avvisa Mirco Locati, di Fim Cisl Bergamo -. Una conclusione che come sindacato riteniamo una sconfitta, in quanto genera impoverimento del tessuto territoriale e problematiche a moltissime famiglie. Ora sarà importante definire le politiche attive per aiutare tutti i dipendenti a ricollocarsi e far fronte a questa catastrofe. Riteniamo importante che l’azienda si sia impegnata a trovare le modalità per anticipare il trattamento di cassa integrazione, permettendo ai lavoratori di avere un reddito mensile senza ritardi. Un ulteriore passo da fare sarà trovare il modo di riqualificare il sito produttivo. La Fim - conclude il sindacalista bergamasco - sarà sempre a fianco dei lavoratori cercando di aiutarli in questo momento difficile».
«La copertura dell’ammortizzazione sociale sarà di 12 mesi, formalmente da aprile, ma in realtà partirà dal 1° luglio, visto che al momento si proseguirà con l’utilizzo della Cassa Covid» ha spiegato Claudio Ravasio della segreteria provinciale della Fiom-Cgil di Bergamo, presente all’incontro insieme ai delegati Rsu. «Nei prossimi giorni si terrà un incontro con Regione Lombardia per definire in maniera articolata l’avvio di politiche attive al lavoro con l’obiettivo di ricollocare i lavoratori».
Raggiunto il 17 marzo da azienda e sindacati e approvato in assemblea a larghissima maggioranza, si concretizza così l’accordo sindacale quadro che segue la delocalizzazione della produzione dello stabilimento di Osio in Ungheria. «È la migliore intesa possibile per ridurre l’impatto sociale di una decisione che non abbiamo condiviso e continuiamo a non condividere» aveva commentato Claudio Ravasio, dopo la firma di marzo.
Il percorso ora si articola in una prima fase che durerà fino al 30 giugno con una proroga della Cassa integrazione Covid che sarà anticipata dall’azienda e che prevede la maturazione di tutti i ratei, tredicesima e quattordicesima comprese. Contestualmente si provvederà alle risoluzioni consensuali con un incentivo all’esodo significativo: verrà calcolato prevedendo un’integrazione che raggiunga il 100% della retribuzione nei due anni di Naspi, comprensiva di quattordicesima. Il principio è quello di garantire somme pari a due anni di retribuzione piena. A questo si aggiungono il recupero della retribuzione persa a causa della cassa Covid da settembre 2020 in poi, una terza componente economica legata all’anzianità aziendale, oltre a 1000 euro per la cosiddetta transazione novativa. Per tutti verrà pagato il fondo pensione Metasalute per ulteriori 12 mesi.
Dal 1° luglio partiranno, dunque, i 12 mesi di cassa per cessazione parziale di attività. Anche in quel caso l’ammortizzatore sarà anticipato e prevedrà la maturazione di tutti gli istituti contrattuali diretti e indiretti (ferie, Par, tredicesima e quattordicesima comprese) per tutti i 12 mesi. Durante quel periodo sarà prevista comunque la possibilità di lasciare l’azienda su base volontaria con lo stesso criterio di incentivo all’esodo previsto nel periodo precedente, ma con un decalage mensile compensato però dalla maturazione dei ratei di retribuzione diretta, indiretta e differita. Infine, è stato raggiunto anche l’importante impegno condiviso sia di avviare politiche attive (formazione, ricollocazione...) sia di agevolare potenziali reindustrializzazioni del sito con il chiaro obiettivo (messo nero su bianco nell’intesa) di ricollocare il personale in forza.
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